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Editoriale
15 luglio 2020
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista N5 NUOVO COLLEGAMENTO 2020
I BISOGNI DELLA FARMACIA

In questa strana, anomala, estate, c'è tempo per riflettere, ancora una volta, sul presente e sul futuro della farmacia.
L'emergenza covid ha messo in luce molte delle problematiche che attraversano la categoria e, di certo, ha anche evidenziato le grandi opportunità che abbiamo di fronte.
Saranno mesi decisivi, i prossimi, non solo per vedere se ci saremo messi alle spalle definitivamente questa drammatica esperienza pandemica, ma anche per dare forma alla farmacia di domani. è proprio in quest'ottica che, a poche settimane dalle elezioni nazionali di Federfarma, mi preme augurare buon lavoro al Consiglio di presidenza, auspicando che in questo secondo mandato della presidenza Cossolo si concretizzino i progetti messi in piedi nel primo. è noto che, i primi tre anni di un mandato servano per impostare il lavoro, mentre i successivi debbano essere dedicati a raccoglierne i frutti.
Ma quali sono i frutti e, soprattutto, quanto sono maturi per essere colti? A livello di rapporti con le istituzioni, mi auspico che possa essere portata a termine la nuova Convenzione Nazionale, ovvero quell'accordo tra Federfarma e le Regioni che regola il rapporto delle farmacie con il Ssn. L'ultima Convenzione risale al 1998, è scaduta nel 2001 e da allora è in regime di prorogatio. Mi auguro che il nuovo accordo possa ridefinire con chiarezza le molteplici attività svolte dal farmacista moderno e garantisca una maggiore uniformità del rapporto tra farmacie e Ssn sul territorio nazionale, evitando le molte forzature che, oggi, le singole regioni mettono in atto a danno di un servizio omogeneo e univoco. Mi riferisco, tra le altre cose, al ritorno del farmaco in farmacia che interrompa i molti abusi a livello regionale della legge 405.
Spero altresì che si possa anche dare forma a quel cambio della remunerazione del quale ormai si parla da molto tempo. Il mio auspicio, in questo ambito, è che si accelerino i tempi, dopo aver valutato sotto ogni aspetto il cambiamento, visto che una remunerazione equa e moderna rappresenta la chiave per la sostenibilità economica delle farmacie.
Riguardo alla farmacia dei servizi, mi auguro che possa partire definitivamente e che possa rappresentare la possibilità di una crescita professionale per i farmacisti, nell'ottica, anche in questo caso, di una sostenibilità economica rispetto ai servizi svolti.
Oltre alla concretizzazione di questi tre punti, vorrei sottoporre al Consiglio di Presidenza, alcuni spunti su cui lavorare.
Primo tra tutti il problema, tutto italiano, degli esercizi di vicinato con il farmacista. è il momento di porre fine, ad ogni costo, a questa lotta intestina tra i colleghi che sono stati ingannati da una politica incompetente e quelli che rivendicano il ruolo della farmacia, come casa del farmaco. Da tutto ciò ne ha tratto beneficio solo la grande distribuzione.
Servirebbe anche la firma di un nuovo contratto per chi opera in farmacia, che, mi auguro, migliori il rapporto tra titolari e collaboratori, nell'ottica di favorire quello che io chiamo il lavoro di squadra in farmacia, ovvero una collaborazione autentica tra tutto il personale che possa tradursi anche in una migliore immagine della farmacia agli occhi dei cittadini. Per fare davvero squadra, a mio avviso, occorre che ciascuno ci metta del suo: i collaboratori dovrebbero garantire una maggiore flessibilità e disponibilità, mentre i titolari dovranno impegnarsi a responsabilizzare maggiormente i propri collaboratori, garantendo loro una maggiore autonomia che possa manifestarsi in un migliore appagamento professionale ed economico.
La farmacia, che non uscirà indenne da questo periodo storico, ha bisogno inoltre di un sistema di strumenti che ne garantiscano la sostenibilità e il superamento di questo momento critico a costi accettabili. Guardo con attenzione a Credifarma, che oggi riacquista un ruolo ugualmente fondamentale a quello che ha avuto negli anni bui dei pagamenti del Ssn.
Un'altra sfida, che dovremo affrontare, sarà quella di mantenere forte il rapporto diretto tra il paziente e la farmacia. Mi spiego meglio. La pandemia ha accelerato i tempi dell'innovazione tecnologica ed è sotto gli occhi di tutti il fatto che il paziente vada meno dal medico di medicina generale e si stia abituando anche a frequentare con minore assiduità la farmacia. Il rapporto diretto con il pubblico, per noi farmacisti, è fondamentale perché è solo dialogando con le persone che si può mettere in atto quella che, a mio avviso, è la nostra funzione principale: la prevenzione.
Un altro spunto su cui fare una riflessione è la difficoltà di approvvigionamento in cui si sono trovate le farmacie. La distribuzione, le cooperative e le multinazionali hanno continuato, egregiamente, a fornire i medicinali, ma non sono riuscite a soddisfare nessuna delle esigenze legate alla pandemia. Probabilmente non rappresentano un buyer competitivo e, almeno per quanto riguarda le cooperative di farmacisti, va aperta una riflessione sul rafforzamento dei prodotti a marchio e sull'accentramento degli acquisti.
Un sogno estivo, che mi prendo la licenza di esprimere, invece è la realizzazione di un testo coordinato di tutta la normativa esistente e l'eliminazione delle contraddizioni, semplificando l'operato del farmacista. Il lavoro non è poco per il nuovo Consiglio di presidenza e certamente non sarà un lavoro facile, ma chi si prende l'onere di rappresentare e di difendere la categoria lo sa bene.
Anche noi di Utifar, che dopo l'estate rinnoveremo gli organi direttivi, sappiamo bene che i nostri nuovi rappresentanti dovranno continuare a stimolare la categoria attraverso proposte e iniziative concrete senza sottrarsi, come sempre è stato fatto, ad un serio monitoraggio dell'attività svolta dalle altre rappresentanze. Nonostante questo quadro di enorme lavoro, voglio augurare a tutti di poter godere di un meritato riposo in questa pausa estiva.

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