Utifar
Agosto - 2008
E' buona consuetudine - ed anch'io non voglio sottrarmi a questa tradizione - che il nuovo presidente, nel momento in cui si appresta ad iniziare il proprio mandato, si presenti agli Associati, e, soprattutto, annunci il proprio programma. Oggi si è anche portati ad enfatizzare i primi cento giorni. Prima, però, mi sia consentito di rivolgere un ringraziamento a quanti nell'Assemblea di Palermo hanno voluto concedere la loro fiducia alla squadra di cui anche il sottoscritto fa parte. Ma un ringraziamento, sincero, lo devo anche all'amico Luigi Casanova per il lavoro svolto a favore di Utifar in tanti anni di Presidenza. Così come un ricordo va a quanti lo avevano preceduto, in quanto ognuno di essi è stato portatore di idee nuove, contribuendo ad irrobustire e fortificare quello che da semplice progetto andava pian piano concretizzandosi e si riempiva di contenuti. Con queste premesse intendo, a mia volta, pormi al servizio di Utifar, recando il contributo di tanti anni trascorsi - ed i miei capelli bianchi ne sono un'evidente testimonianza - nell'individuare il percorso da compiere per far sì che la farmacia italiana continui ad essere un punto di riferimento nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Ed uno spazio per un'Associazione come la nostra, che ha nel proprio Statuto la finalità di promuovere e divulgare iniziative per favorire e specializzare la preparazione culturale e la pratica professionale del farmacista, c'é. La fase che stiamo vivendo, all'interno della quale si dovrà andare a ridisegnare il ruolo dei nostri presidi attraverso il rinnovo della Convenzione Farmaceutica Nazionale, ormai scaduta da anni, è, indubbiamente, interessante e delicata al tempo stesso. E sta proprio qui lo spazio che ci è dato, vale a dire offrire a tutti i vari interlocutori del canale farmacia quel che ci è da sempre più congeniale: preparare i farmacisti ad affrontare sul piano teorico le novità che dovranno affrontare. Per viverle non come un ulteriore appesantimento ai già molti obblighi cui si deve soggiacere, quanto piuttosto come una ulteriore possibilità di crescita e di riaffermazione di un ruolo insostituibile. Certo, ora, il momento non è dei più facili - qualcuno direbbe l'ora è solenne - e, quindi, tanto più oggi è importante ed utile che Utifar torni ad essere quello che era quando era stata pensata, vale a dire una palestra di idee, un'occasione di dibattito e di confronto anche con l'ausilio di esperti, che non necessariamente debbono essere farmacisti e che possono aiutarci a portare un contributo fattivo nella difesa delle nostre aziende alle quali abbiamo dedicato tanta passione e tanto lavoro. Per far questo, ci sarà, pertanto, bisogno di tutti: confronto significa, infatti, aprirsi alle idee ed ai suggerimenti, senza prevaricazioni, senza preclusioni, senza voler essere gli uni più bravi degli altri, ma con l'unico obiettivo di ricercare un dialogo fitto tra i diversi attori del sistema. Ed è certamente di valore l'azione che Federfarma e Fofi stanno portando avanti, così come è positivo che sia stata avviata una più stretta collaborazione con Federfarma Servizi e Federfarma.Co. Ognuno, certo, col proprio ruolo, col proprio bagaglio di conoscenze e di esperienze, consapevoli noi per primi del nostro e, quindi, disponibili ad accorrere laddove saremo chiamati, ma anche soprattutto a farci promotori di incontri, di scambi culturali e tecnici anche con i Colleghi stranieri. Perché siamo convinti che, solo ritrovandoci a dibattere, potremo ricreare il clima migliore per essere nuovamente d'aiuto a chi, anche con altre competenze, dovrà, a sua volta, farsi carico delle legittime aspettative della nostra categoria. Qualcuno potrà dire che è un ritorno al passato, un déjà vu, ma, personalmente, sostengo che non sempre ciò che è stato è da buttare, anzi. Semmai va rivisitato, va riaggiornato rispetto ai tempi nuovi, vanno evitati certi errori compiuti. Questo è, in sintesi, quello che intendo portare all'attenzione di tutti i Colleghi. Con un impegno in più, questo sì: preparare anche per Utifar una nuova classe dirigente, in grado di assicurare continuità ad un'Associazione, che molti meriti ha avuto e che dovrà continuare ad esistere anche dopo chi temporaneamente la presiede. E' certamente un cammino non facile quello che mi attende, ma ci sono abituato e mi auguro che ognuno di voi voglia aiutarmi a far sì che tutti insieme, al termine, ci si possa dire soddisfatti del lavoro svolto, pur in una stagione di grande precarietà, ma che potrà anche tradursi in opportunità. Sempre che siamo preparati a saperle cogliere.