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Editoriale
31 agosto 2007
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista Agosto - 2007
Occorre avere una visione del futuro

La difesa delle nostre farmacie dipende prima di tutto da noi.
Non continuiamo ad aspettare e sperare che i nostri problemi vengano risolti da altri.
Il nostro settore è uno dei pochi ancora florido e da sempre è sul piatto ricco che ci si va a ficcare.
Le nostre rappresentanze di categoria sono impreparate e incapaci ad offrirci supporti, garanzie e suggerimenti efficaci, ma come possiamo lamentarci? Da loro non abbiamo mai preteso nulla se non di amministrare il nostro status, evitando che le cose "potessero andare anche peggio", come spesso ci siamo sentiti dire; non ci siamo mai arrabbiati veramente e ora ci lamentiamo del loro operato, ma ancora non agiamo per cambiare i nostri rappresentanti e alle riunioni andiamo a malapena quando c'è da discutere argomenti che riguardano qualche ritocco al nostro portafoglio.
Noi stessi, rigorosamente singoli, isolati e ognuno sempre più furbo del vicino, non abbiamo una visione del futuro, non sappiamo cosa significhi studiare un progetto a medio lungo termine per le nostre aziende, non sappiamo porci obiettivi e relative finalità... ogni mattina apriamo la nostra bottega credendo e sperando che sia esattamente come il giorno prima.
Ma d'ora in poi non sarà più così: nuovi competitori, catene (ritengo che a breve la proprietà sarà anche delle società di capitale,', ', ', '), distribuzione organizzata, parafarmacie, franchising, leggi, margini, convenzioni, orari, nuove offerte di servizi... potrei andare oltre ma non sono sicuro che vi interessi, perchè tanto continueremo ad aprire, come ieri, la nostra farmacia e aspetteremo il solito cliente magari senza salutarlo quando entrerà. E invece quello che cambierà sarà che improvvisamente quel solito cliente non verrà più o, nella migliore della ipotesi, verrà con meno frequenza. Ma dove sarà andato, perché non si fa più vedere visto che tutti i sondaggi dicono che la gente ci ama?
E' di questo che, d'ora in poi, ci dovremo preoccupare; perché non sarà più sufficiente trattare il prodotto (ormai non più in esclusiva,', ', ', '), non sarà più la misurazione gratuita della pressione, non sarà la disponibilità del defibrillatore, non sarà più sufficiente lo sconto e nemmeno la professionalità (che sarà di qualunque farmacista, anche al di fuori delle nostre mura) basterà per garantirci la continuità e la serenità del lavoro.
Per quanto tempo le leggi, i decreti e gli emendamenti dovranno ancora passare sopra le nostre imprese perché si possa intravedere una reazione organizzata delle farmacie? Mi auguro che quando verrà il momento del disincanto non sia ormai troppo tardi... forse è già troppo tardi!
Ora proviamo ad immaginare scenari futuri come mai li avremmo voluti pensare, proviamo ad avere una visione della nostra attività come nessuno finora ce l'ha prospettata, proviamo ad immaginare nuove esigenze e nuove modalità di vendere il prodotto e l'offerta di servizi.
Reagire ci costerà fatica, costerà impegno, costerà lavoro, costerà formazione, costerà rassegnazione a non essere più singoli e costerà umiltà, perché non sarà più vero che saremo più furbi del nostro vicino e per quanto grossi ci sarà qualcuno molto più grosso di noi.
UTIFAR c'è, è una realtà che può aiutarci in questa nostra evoluzione perché da sempre è stata autonoma, all'avanguardia e spesso precursore dei tempi. Speriamo che possa continuare ad essere un nostro supporto sul quale poter contare, ma anche qui c'è bisogno dell'entusiasmo, del sostegno e della collaborazione di tutti; anche in questo caso è finito il tempo del disinteressamento, perché da soli non si approda a nulla.

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