Utifar
Vivere in attesa
Sono ormai diversi mesi che stiamo aspettando l'entrata in vigore del Ddl concorrenza che prevederà l'ingresso dei capitali in farmacia. Durate questo lungo periodo di attesa, ci sia- mo posti le medesime domande, sia in merito a come si svilupperà la normativa, sia alle conseguenze che essa avrà sugli equilibri attuali. Ora, stanco di pormi queste domande, me ne sorge una del tutto nuova: "abbiamo sfrutta- to bene questo lunghissimo tempo di attesa?". In effetti, in più di un anno e mezzo dalla prima formulazione del Ddl concorrenza, noi farmacisti abbiamo saputo ipotizzare, prevedere, discutere. Mai proporre. Questa mancanza propositiva ci perseguita da molto tempo e ha fatto sì che non si sia progettando un futuro degno di questo nome per la farmacia italiana. In questo modo, di fatto, attendiamo che altri disegnino il nostro domani. Prendiamo l'esempio della fascia C. Per mesi, abbiamo combattuto affinché i medicinali con obbligo di ricetta rimanes- sero in farmacia e, occorre dirlo, dovremmo aver raggiunto l'obiettivo. Tuttavia, commettiamo l'errore di pensare che la questione sia definitivamente alle nostre spalle, salvo poi indignarci se il prossimo Ministro dello sviluppo economico, o chi per esso, riproporrà la questione. La verità è che, in assenza di un nuovo modello di farmacia, tutto diventa molto aleatorio ed ogni equilibrio si fa precario. Se non sapremo fare autocritica, continueremo a rimanere in attesa: ieri della fascia C, oggi del Ddl concorrenza, do- mani della nuova convenzione. Anche noi di Utifar siamo troppo spesso proiettati al passato o al presente, ma non sappiamo immaginare e proporre un futuro. Abbiamo da poco pubblicato uno strumento di estrema importanza per presentare alle istituzioni il valore sociale delle farmacie italiane. Tuttavia, anche il Bilancio Sociale, se non accompagnato da un progetto per il cambia- mento, perde il proprio valore politico. Forse, anziché continuare a commissionare ai vari Centri Studi (Federfama ne ha addirittura uno interno) analisi dello stato attuale della professione, dovremmo iniziare a chiedere ipotesi e progetti su quale sarà la farmacia tra vent'anni. Accanto a noi, c'è un mondo in continua evoluzione. Nei nostri editoriali ed articoli abbiamo parlato spesso di come la tecnologia stia modificando le abitudini di tutti noi. Anche il consiglio del farmacista, che tradizionalmente si risolve al banco, inizia già dalla comunicazione della farmacia su Facebook, dalle ricerche del cliente su Google, dalle informa- zioni che forniscono le applicazioni o i microchip sottocutanei. Il mondo cambia spinto dalla tecnologia e la farmacia non sta proponendo un progetto per innovarsi. In questa direzione Utifar muoverà i prossimi passi, sia per studiare un'ipotesi di modello di farmacia che possa essere valido per il futuro, dove quella porta sempre aperta sulla strada, diventi una porta sempre aperta anche sulle strade virtuali, create dalla tecnologia che avanza. Proveremo anche ad ipotizzare la creazione di un soggetto economico forte, costituito da farmacisti, che possa rap- presentare veramente un'alternativa ai capitali esterni alla professione e serva per dare strumenti e forza alla nostra categoria. Si tratta di questioni davvero importanti per tutta la categoria. Utifar é quindi disponibile ad un confronto con tutti i farmacisti interessati ad avanzare proposte e a collaborare per un progetto di farmacia del futuro.
Eugenio Leopardi