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14 luglio 2014
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista n. 5 Giugno - Luglio 2014

L'avvicinarsi della ricorrenza elettiva per il rinnovo del consiglio di Utifar, in programma a Roma martedì 8 luglio, é stata per me occasione per una riflessione sull'attività svolta dall'Unione in questi ultimi anni. Richiamando alla mente i singoli avvenimenti e i momenti di confronto con i colleghi, mi sono reso conto che una parola - o meglio un concetto - si è riproposto in maniera ricorrente nell'attività che Utifar ha svolto in questi ultimi anni. La parola è cambiamento. Già nell'aprile del 2011, nel presentare un convegno che organizzammo a Riccione in occasione dell'entrata in vigore della normativa sui servizi in farmacia, dichiarammo di volere "andare oltre quanto disposto dalla legge 69 e ragionare su una rivoluzione di sistema". Nell'occasione, invitammo ad un confronto serrato le categorie professionali chiamate in causa dalla riforma: infermieri, fisioterapisti ma anche psicologi, ottici, podologi e chi si occupa di telemedicina. Nel 2012, il confronto con il mondo esterno in un'ottica di crescita della professione venne esteso a tutti i settori della farmacia attraverso l'organizzazione delle giornate Farmadays - giunte oggi alla loro terza edizione - nell'ambito delle quali Utifar propone ai farmacisti una serie di "ricette per il cambiamento" incentrate sulla crescita professionale e sull'innovazione. Il difficile momento economico, infatti, impone di valorizzare al meglio i singoli reparti, acquisendo nuove competenze professionali e manageriali. L'attenzione ai bilanci delle farmacie, sottoposti da tempo a forti pressioni e in continua contrazione, è un argomento che caratterizza l'attività di Utifar già da molto tempo. Fummo i primi a chiedere un cambio di passo rispetto al sistema remunerativo delle farmacie. Nel 2009, organizzammo a Roma un importante convegno dal titolo "La farmacia italiana tra remunerazione e spesa farmaceutica: confronto con l'Europa" per proporre un diverso sistema di remunerazione della farmacia, basato non più sulla percentuale di sconto sul prezzo al pubblico del medicinale dispensato, ma sulla remunerazione dell'atto dispensativo. Tale sistema, oltre ad evitare continui cali nei bilanci degli esercizi, é la premessa necessaria per il ritorno in farmacia dei farmaci innovativi. Credo siano ancora molto attuali le parole con le quali introdussi i lavori congressuali: "L'aspetto remunerativo può contribuire a valorizzare la professione, riportando in farmacia tutti i farmaci, compresi quelli ospedalieri". Vedevo allora - e vedo tuttora - il rischio che la farmacia, privata del suo bene più prezioso, ovvero il farmaco innovativo, assuma una connotazione commerciale, svuotandosi di una parte importante della professionalità del farmacista. In un momento di grande criticità per la categoria, credo che la forte spinta propulsiva impressa da Utifar sia stata proprio quella di avere avuto il coraggio di rispondere alle difficoltà attraverso il cambiamento. In questi anni, mentre parte della categoria si perdeva in futili diatribe e in dibattiti di dubbia utilità, Utifar ha saputo guardare avanti divincolandosi con forza dalla vecchia ottica che ha visto per anni la categoria muoversi in difesa dello status quo. Tale approccio non vuole sminuire il valore di quanto la farmacia ha fatto e continua a fare per i cittadini. Anzi, siamo talmente convinti che vadano valorizzate tutte le tradizionali peculiarità della farmacia, che negli scorsi mesi abbiamo preparato, in collaborazione con il Centro Studi Sintesi di Mestre, il primo Bilancio Sociale delle farmacie italiane, attraverso il quale fare conoscere al mondo politico e istituzionale - ovvero ai nostri interlocutori per il cambiamento - il reale valore sociale delle farmacie, capaci di dare lavoro, di investire anche in un momento di difficoltà economica, di essere al fianco dei cittadini con consigli e servizi tesi alla prevenzione. Il triennio appena concluso ha visto quindi il Consiglio di Utifar impegnato a sostenere, attraverso diverse iniziative e manifestazioni, la necessità di un rinnovamento della professione teso a rafforzare il ruolo della farmacia e a rispondere attivamente alle difficoltà economiche che i singoli esercizi stanno incontrando. Voglio quindi ringraziare i Consiglieri per il loro impegno attivo. In questo triennio, forse come mai in passato, il Consiglio è stato unito nella condivisione delle politiche di innovazione della professione promosse da Utifar. Un grazie anche a tutti gli associati che credono nella forza e nel valore delle nostre iniziative.

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