Utifar
Un decreto infelice
Nell'ultimo numero di Nuovo Collegamento del 2016, vi avevo salutato augurandovi un sereno 2017. Purtroppo, il 2 gennaio 2017 i fatti hanno subito smentito il mio augurio. Il Ministero della Salute, con un atto a dir poco affrettato, ha proibito l'uso di una serie di sostanze nei nostri laboratori. Ho letto più volte questo decreto, nella speranza di aver interpretato male: invece era proprio così. Ma possibile che quelle tisane che ho preparato per tanto tempo, magari contenenti senna e finocchio, siano pericolose per la salute? Possibile che siano dannose solo quelle preparate da me, e non quelle confezionate dall'erborista? Possibile che il bar sotto al ministero (visto con i miei occhi) possa preparare infusi con the' verde e finocchio, mentre io li devo togliere dal mio laboratorio?
Ma le domande che mi pongo non finiscono qui. Mi chiedo come mai il ministero non si fidi del laboratorio della farmacia, proprio dopo averlo obbligato, attraverso la farmacopea, di dotarsi di una serie di strumenti e di un elenco di sostanze obbligatorie.
Al di là delle mie riflessioni personali, come Utifar siamo rimasti veramente perplessi e, immediatamente, abbiamo diffuso un comunicato stampa critico nei confronti di questo decreto.
Le preparazioni galeniche fanno parte del nostro bagaglio culturale e hanno rappresentato tanto per la nostra professione. Non possiamo accettare che la nostra professione venga svalutata e la nostra storia rinnegata. Le cartine preparate ai tempi della "spagnola", come mi raccontava mio padre, hanno salvato tante vite umane. Le preparazioni pediatriche che oggi vengono allestite in farmacia permettono a tanti bambini di seguire terapie importanti per la loro salute. Per non parlare di quanto possa fare la galenica per chi soffre di malattie rare.
Eppure il due gennaio, data che mi ricorda quei provvedimenti emanati il 15 agosto o il 31 dicembre al fine di farli passare inosservati, è stato inferto un duro colpo al laboratorio della farmacia.
Noi di Utifar ci batteremo, nelle prossime settimane, affinché questo decreto venga modificato. Nel farlo, grideremo a voce alta che siamo professionisti del farmaco e che le nostre preparazioni sono allestite secondo scienza e coscienza. Purtroppo molti colleghi non valorizzano il laboratorio, spesso per motivi logistici o per scelta commerciale. Tuttavia, la galenica rimane centrale per la nostra professionalità e, tutti noi farmacisti, non possiamo accettare indifferenti questo sopruso.
Nei giorni scorsi, ci siamo già recati presso il ministero della Salute che ci ha ricevuti con estrema rapidità. e, devo riconoscere, abbiamo riscontrato un desiderio di collaborazione. Mi auguro che troveremo a breve una soluzione e che lo scivolone di questo strano strano decreto possa rivelarsi solo un piccolo passo falso senza conseguenze.