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19 luglio 2023
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista N4 NUOVO COLLEGAMENTO 2023

Nel preparare un intervento ad un convegno, organizzato dall'Ordine dei Farmacisti di Roma, mi sono apparse evidenti alcune incongruenze con cui la nostra professione convive ogni giorno.
La prima tra queste riguarda le prospettive di evoluzione della nostra professione. è, infatti, un tema comune quello di parlare di una professione proiettata in una direzione che vedrà nel farmacista un professionista integrato appieno nel Ssn. Rispetto a questa prospettiva, non possiamo far altro che essere fieri.
Noi di Utifar ci impegniamo a lavorare in sintonia con le altre istituzioni di categoria per far sì che ciò avvenga realmente.
Nello stesso tempo, però, la nostra professione è ancora governata da leggi, come il T.U. del 1934 o il R.D. del 1938. Diventa quindi difficile pensare ad una reale evoluzione partendo da presupposti legislativi così datati.
Credo che si dovrebbe ragionare in maniera seria con il Governo, sostenendo che non si possono aggiungere regole e doveri, lasciando immutati quelli ormai desueti.
La seconda incongruenza riguarda una professione che richiede sempre nuove mansioni a fronte di una carenza di farmacisti sul territorio.
Un lavoro instancabile di FOFI e Federfarma, dove Utifar ha dato il suo piccolo contributo, ha portato il laureato in farmacia ad avere sempre più competenze.
A queste, nel prossimo futuro, altre se ne aggiungeranno. Questa circostanza si scontra violentemente con una carenza di colleghi, che possano fattivamente collaborare per implementare queste attività all'interno delle farmacie. Credo che bisognerebbe rivedere l'organizzazione interna di molte farmacie, lasciando al farmacista quelle attività in cui è insostituibile e per le quali si è formato ed inserendo invece nuove figure intermedie, che possano svolgere quelle attività burocratiche e logistiche che spesso vengono affidate a colleghi.
Il farmacista che stiamo creando, tutti insieme, è una figura professionale, che diventerà un elemento centrale del Ssn e sarà sempre più coinvolto in nuove attività.
Credo, quindi, che dovrebbe essere dovere di tutti dare un nuovo ruolo alla nostra professione partendo da una e più qualificante valorizzazione dei colleghi all'interno di ogni singola farmacia.
Credo sia ormai arrivato il momento di parlare di una retribuzione meritocratica e della possibilità di una carriera interna, solo così renderemo attrattiva la laurea in farmacia e forse riavvicineremo alla farmacia quei colleghi che, nel recente passato, hanno creduto in una visione concorrenziale e poco professionalizzante del nostro settore, ascoltando promesse elettorali poco realistiche che hanno indirizzato preziose risorse umane verso altri esercizi di vicinato. Per superare queste ed altre incongruenze che attanagliano la crescita della nostra professione, Utifar, come sempre, farà la sua parte ed è aperta al confronto.

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