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30 novembre 2008
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista Novembre - 2008

Sono trascorsi 30 anni dalla promulgazione della Legge 833/78 che liquidava il regime mutualistico-assicurativo per introdurre un nuovo e articolato servizio sanitario. Per la prima volta, nel nostro Paese, la politica sanitaria, in applicazione dell'art. 32 della Costituzione (Diritto alla Salute,', ', ', '), si mosse lungo nuove direttrici quali: l'estensione a tutti i cittadini dell'assistenza medica e farmaceutica, l'eguaglianza di trattamenti, la tutela delle dignità degli assistiti, il potenziamento della medicina di base. Le Farmacie italiane e i Farmacisti compresero subito l'importanza di tale conquista sociale formulando una strategia di lavoro professionale aderente alle istanze di rinnovamento espresse dalla Legge istitutiva del servizio sanitario nazionale. Superfluo sottolineare l'evoluzione della Farmacia italiana in questi ultimi decenni che si è trasformata in struttura sanitaria polifunzionale i cui servizi innovativi vanno dalla educazione sanitaria alla farmacovigilanza, dal servizio di primo soccorso all'auto diagnostica rapida per gli esami più comuni del sangue e delle urine, dalla elaborazione di guide alimentari corrette ad un sistema informatico a favore dei cittadini (collegamento con strutture sanitarie per prenotazioni di visite specialistiche, raccolte dati farmacologici su terapie, screening di massa ecc.). Una innovazione tecnologica in fase di sviluppo che permetterà presto l'accesso ad ulteriori analisi come la spirometria, l'elettrocardiogramma, l'uso dei defibrillatori cardiaci con personale specializzato. Si tratta di un sistema farmaceutico in evoluzione che incontra la piena soddisfazione dei cittadini come si evince dalla recente indagine demoscopia promossa dal Cfmt (Centro di formazione Management del terziario). Tuttavia ciò non deve indurre la categoria a dormire sugli allori. Lo scenario economico è oggi completamente cambiato. La crisi che investe il pianeta, apre prospettive inedite anche al nostro sistema di sicurezza sociale. Il Governo centrale si è assunto compiti di indirizzo generale per la spesa sanitaria mentre alle Regioni viene sostanzialmente demandata l'erogazione dei servizi in base a criteri di qualificazione e di efficienza. In tale quadro di ampia autonomia degli Enti locali, viene previsto un maggiore coinvolgimento delle Farmacie per il potenziamento di molti servizi. è un'occasione da non perdere! è un'opportunità da sfruttare con saggezza! Gli Ordini provinciali, da poco eletti, saranno chiamati a gestire le novità derivanti dall'autonomia finanziaria delle Regioni. Essi dovranno essere motivati e dinamici portatori di idee e progetti in grado di gestire questo delicato periodo di transizione. Soprattutto occorre in ogni occasione, difendere la nostra identità professionale, essere credibili e affrontare con spirito di iniziativa i processi di "razionalizzazione" in atto. In altri termini, i nuovi Ordini professionali dovranno proporre, dialogare e non subire passivamente. Buon lavoro, Colleghi!

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