Utifar
NUOVE OPPORTUNITà PER LA FARMACIA
Non c'è dubbio che questa emergenza sanitaria abbia accelerato molti processi, sia in ambito sociale, sia nel campo della salute dove, in particolare, ha evidenziato le debolezze in essere e ha contribuito a suggerire quelle che possono essere le strade per risolverle.
Qualcuno usava dire che i problemi ingegnano le soluzioni e aprono la strada a nuove opportunità. Questo concetto non va di certo spiegato alla Apple che, pochi giorni fa, a soli cinque mesi dall'arrivo della pandemia negli Stati Uniti, ha presentato la nuova versione del suo Smartwatch: tra le app dell'orologio, c'è anche un misuratore della saturazione dell'ossigeno.
Sì, lo so: fa storcere il naso a più di qualcuno pensare che siano stati più solerti i giganti della tecnologia piuttosto che quelli della farmaceutica. Anziché nuovi gadget per la telefonia, avremmo preferito vedere presentare terapie efficaci e risolutive. Ma anche questo è uno di quei problemi da risolvere e lo sviluppo di nuovi farmaci in tempi più celeri sarà senza dubbio oggetto di discussione all'interno delle istituzioni sanitarie. Esiste poi la medicina sul territorio. Anch'essa, va detto, ha presentato qualche criticità che dovrà essere risolta. In questo ambito, fa piacere che il ministro della Salute abbia riconosciuto, sebbene con qualche mese di ritardo, il fondamentale ruolo giocato dalle farmacie nell'emergenza.
Noi farmacisti c'eravamo e ci siamo. Siamo stati aperti, anche oltre gli orari stabiliti. Abbiamo fatto un sacrificio enorme e corso grandi rischi, come la perdita di molti colleghi, purtroppo, continua a testimoniare nelle nostre memorie. Ma sono stati sacrifici riconosciuti, alla fine. Siamo passati, per dirla in altri termini, da essere visti come dei semplici venditori di mascherine a possibili partner per importanti campagne di prevenzione sul territorio, a partire dalla vaccinazione antinfluenzale in farmacia, attualmente oggetto di valutazione da parte del legislatore.
Auspico con forza che questo progetto vada in porto e, proprio per anticipare i tempi e favorire una adeguata formazione della categoria, Utifar ha organizzato un importante processo formativo mettendo a disposizione dei colleghi il corso "Il farmacista e le vaccinazioni in farmacia". Ringrazio i moltissimi colleghi che già si sono iscritti, dimostrando di avere fin da subito compreso lo spirito dell'iniziativa: un percorso formativo di alto livello che prepara il farmacista alle nuove mansioni che gli potrebbero venire assegnate. Il corso sarà disponibile online per un anno intero, fino al 20 agosto 2021.
Non sono in grado di prevedere se in questo lasso di tempo verrà concessa la possibilità di eseguire i vaccini in farmacia. Resta il fatto che di fronte a migliaia di farmacisti con una specifica formazione e pronti a proporre questo servizio, il ministero si sentirà più motivato ad utilizzare i nostri presidi sanitari per questa ed altre iniziative sanitarie su larga scala.
La farmacia dei servizi, in stallo da ormai più di 10 anni, ha una grande opportunità per affermarsi concretamente e per diventare realtà. Se non sarà per la campagna vaccinale di quest'anno, sarà per il prossimo futuro: ne sono certo e sono fiero che Utifar stia attivamente contribuendo a creare le condizioni affinché ciò avvenga. Non mi sono certo sfuggite alcune critiche rivolte ad Utifar, che ho letto con attenzione e, dove giuste, ho preso in adeguata considerazione. Non posso però accettare i NO a priori, il "chi ce lo fa fare" né, tantomeno, le delazioni e le prese in giro. Siamo nel 2020, il mondo corre, ci travolge, e noi dobbiamo correre con lui, ma dobbiamo essere noi a indicare la direzione, a fare le proposte. Per fare questo ci vuole unità, ci vuole l'orgoglio e la consapevolezza di essere professionisti e di non aver paura dei cambiamenti. Quando capiremo che i nostri concorrenti non sono i colleghi, ma altri, forse le cose inizieranno ad andare meglio. La farmacia dei servizi non è l'unico ambito di cambiamento che richiede una forte accelerazione. Penso, per esempio, alla remunerazione delle farmacie e ad un nuovo contratto per i collaboratori. Sono due questioni che vanno di pari passo, perché solo da una farmacia economicamente sostenibile possono nascere nuove prospettive di gratificazione (anche economica) per chi in esse lavora.
Non possiamo, in definitiva, chiedere ai colleghi sempre più sforzi e dare loro sempre meno. Abbiamo rischiato la nostra salute e ora stiamo formandoci per evolvere e per offrire altri servizi. E' chiaro che a nuove mansioni dovranno corrispondere nuovi riconoscimenti professionali ed economici. Ma questo, come direbbero anche in Apple, il va sans dire.