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08 giugno 2021
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista N4 NUOVO COLLEGAMENTO 2021

Piano piano, un passo per volta, la farmacia sta conquistando sempre più spazio all'interno dell'offerta sanitaria territoriale nel nostro Paese.
Da un lato, verrebbe da dire "era ora". Si tratta, infatti, di piccole ma significative conquiste che avvicinano la farmacia italiana ad altre realtà europee. Mi riferisco, per esempio, alla possibilità di effettuare vaccinazioni all'interno delle farmacie.
Arrivarci è stato un percorso lungo, partito con l'iniziativa formativa di Utifar lo scorso agosto, accompagnato da estenuanti trattative istituzionali e da confronti, a volte anche duri, con altre professioni che non vedevano di buon occhio questa iniziativa. Ma, alla fine, il risultato è stato ottenuto.
Si tratta di una conquista importante, che apre la strada ad un nuovo ruolo della farmacia e offre un importante impulso alla farmacia dei servizi che, da troppi anni, era ferma al palo. Abbiamo poi la possibilità di effettuare tamponi, e siamo quindi entrati a pieno titolo in quelle attività di monitoraggio e di certificazione che rivestiranno un ruolo sempre più importante nei prossimi anni.
Si tratta di risultati che valorizzano la professione del farmacista. Offrendo vaccinazioni, certificazioni di negatività al covid, prenotazioni sanitarie ed essendo, a pieno titolo, inseriti in altre attività di sanità regionale, possiamo dire che il farmacista stia diventando sempre di più e a tutti gli effetti un operatore sanitario.
Il prossimo passo da compiere sarà, dunque, quello di vederci riconosciuto questo ruolo anche a livello contrattuale, non solo nell'ambito delle mansioni svolte.
Per ottenere questo dobbiamo dimostrare professionalità, competenza e disponibilità. Di certo, la farmacia, al momento, non può basare la propria sostenibilità sulla remunerazione dei servizi e sono d'accordo che non si può perdere di vista il lato commerciale, che fornisce sempre servizi ai cittadini, ma da un punto di vista di assortimento, di corretto consiglio e anche di attenzione al prezzo.
Alcuni colleghi sostengono che con i vaccini rubiamo la professione al medico. Vorrei chiedere loro se preferiscono invece riconoscersi in pratiche commerciali spinte che presentano l'obiettivo unico di aumentare le vendite. Non bisogna correre appresso a tutto. Credo, invece, che la professionalità e il servizio al cittadino debbano sempre essere messi al primo posto.
Chi mi conosce, sa che non ho nulla contro la farmacia commerciale. Utifar, per prima, ha valorizzato e fatto conoscere ai colleghi aspetti che all'epoca erano del tutto nuovi come il visual merchandising e altre tecniche espositive e di marketing.
Tuttavia, un conto è valorizzare la propria offerta commerciale, un altro è schiacciare la propria professionalità sulla vendita del prodotto.
Abbiamo un ruolo sempre più importante all'interno della sanità pubblica, non screditiamolo con atteggiamenti che potrebbero essere visti come poco professionali.
Non corriamo appresso a tutto, pur di aumentare le vendite. Il rischio è quello di non apparire credibili e che non ci venga riconosciuto il nostro ruolo di operatori sanitari che, ormai, rivestiamo a tutti gli effetti. Difendiamo invece, con tutta la professionalità di cui siamo dotati, questo nuovo ruolo che, finalmente, ci è stato riconosciuto.

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