Utifar
LA NUOVA NORMALITA' DELLA FARMACIA
Con la fine di marzo, si dice, dovrebbe finire lo stato di emergenza e si dovrebbe iniziare a vivere quella che in molti chiamano "la nuova normalit ". La pandemia lascer finalmente il posto alla fase endemica di convivenza con il virus e le sue varianti.
In questi due anni, la farmacia ha sofferto; e ha superato una serie di prove davvero complicate. Lo sforzo che abbiamo profuso, in tutte le fasi dell'emergenza, ci stato riconosciuto sia dalle istituzioni, sia dai cittadini che hanno imparato a rapportarsi con noi in un modo diverso da prima. Mi riferisco, anzitutto, al riconoscimento del nostro ruolo attivo di "sportello" del servizio sanitario sul territorio. La farmacia non pi solo il luogo dove acquistare o ritirare prodotti e medicinali, ma , prima ancora, il luogo fisico nel quale usufruire di una serie di servizi sanitari fondamentali.
Riusciremo, nella nuova normalit , a conservare questa immagine? O torneremo in men che non si dica alla farmacia di "prima della pandemia"?
Rispetto a questa domanda, mi sento di rispondere che siamo noi, questa volta, gli artefici del nostro destino. Ogni singolo farmacista e ogni singola farmacia avr un ruolo fondamentale nel consolidare la nostra nuova immagine e le nostre nuove funzioni.
Come fare? Di certo, i tamponi si ridurranno drasticamente, e le vaccinazioni assumeranno un ritmo ridotto, magari concentrate al solo periodo autunnale. Questo spazio potr essere riempito da nuovi servizi: da un'autoanalisi sempre pi sofisticata, alla telemedicina, fino all'organizzazione di giornate a tema di educazione o monitoraggio.
Ciascuna farmacia, conoscendo la propria clientela e il proprio bacino di utenza, potr essere in grado di individuare i servizi migliori da proporre, sempre affiancando il cittadino, che spesso fatica ad interfacciarsi sia con una sanit pubblica che sta digitalizzando ogni forma di contatto, sia con una medicina del territorio che, inevitabilmente, subir una qualche forma di trasformazione.
Noi ci siamo, in carne ed ossa, a rimarcare con la nostra presenza fisica un nuovo ruolo di supporto e di servizio, senza dimenticare, tuttavia, la vera anima della nostra professione: il consiglio.
Utifar, da sempre convinta che la valorizzazione della nostra professione passi attraverso la formazione e le competenze del farmacista. Solo un farmacista adeguatamente preparato, infatti, potr offrire un consiglio qualificato.
Il cittadino, va aiutato anche attraverso un consiglio che sia in grado di risolvere specifiche problematiche o di individuare le situazioni che richiedono un'adeguata indagine medica.
Penso a tutto il campo del cosiddetto "long covid", ovvero quei disturbi che seguono l'infezione e, talvolta, si protraggono per molti mesi arrecando un grave disagio alla persona.
Sapere riconoscere queste forme, suggerire il percorso diagnostico migliore, individuare un approccio terapeutico che possa accelerare le guarigione o ridurre il disagio: anche questo sar il ruolo del farmacista nella "nuova normalit ".
Per poterlo svolgere con professionalit , occorre aggiornarsi. Non solo con i tradizionali percorsi Ecm, ma anche attraverso la letteratura scientifica, mai come oggi ricca di informazioni e studi che possono suggerire al farmacista nuovi ambiti di intervento.
di pochi giorni fa, per esempio, un articolo pubblicato dopo revisione paritaria sulla rivista PLOS One da parte dei ricercatori israeliani della Bar Ilan University e del Galilee Medical Center i quali, estremizzando, affermano che la vitamina D ha un impatto cos forte sulla gravit della malattia Covid-19 che possono prevedere come se la caverebbero le persone se infettate in base a nient'altro che alla loro et e ai livelli di vitamina D. In effetti, la mancanza di vitamina D aumenta significativamente i livelli di rischio per molti disturbi. Questo solo un esempio dei grandi margini che il farmacista riveste anche nell'ambito della prevenzione, pratica che ha purtroppo ceduto un po' il passo in questo periodo emergenziale ma che, in tempi normali, potr tornare ad essere un nostro ulteriore cavallo di battaglia.