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30 settembre 2022
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista N5 NUOVO COLLEGAMENTO 2022

è ormai da alcuni mesi che, nei numerosi convegni realizzati dalla fine dello stato emergenziale, si parla di una farmacia che sta cambiando e di una professione che sta evolvendo. In realtà, è da 800 anni che la nostra professione risponde alle nuove esigenze dei cittadini, alle nuove richieste della società e agli eventi catastrofici che si sono susseguiti in questi secoli. Certamente, cambiano le competenze, supportate dagli sforzi che soggetti esperti in formazione, come l'Utifar e le altre società scientifiche della nostra categoria, mettono in campo per sopperire ai ritardi dell'Università, la quale non riesce ad aggiornare il piano di studi in tempi veloci e non si è ancora adeguata al terzo millennio.
Tutto questo non deve spaventarci. Utifar usò la parola "resilienza", oggi inflazionata, più di quindici anni fa, perché eravamo e siamo consapevoli che quel termine ha sempre fatto parte del bagaglio culturale della nostra professione.
Certamente, il momento attuale potrebbe richiedere un adeguamento, oltre che delle competenze, anche della struttura delle farmacie e, di conseguenza, servono nuove risorse economiche o la capacità di gestire meglio quelle di cui oggi si dispone.
Inoltre, stiamo attraversando un momento nel quale il passaggio generazionale può usufruire di tante opportunità, che forse non conosciamo appieno e che vanno ben oltre il famoso "vitalizio". Ho sentito parlare di colleghi che hanno venduto la farmacia o stanno pensando di venderla non tanto perché abbiano problemi economici o perché non abbiano eredi che si vogliono dedicare alla farmacia, ma perché sono stanchi di questi cambiamenti e faticano ad affrontare gli sforzi che vengono loro richiesti.
Dispiace a volte vedere che aziende e nomi, che per anni hanno rappresentato un punto di riferimento per una piccola comunità, abbandonino il campo in un momento di rilancio della professione.
Per questo motivo, Utifar si vuole mettere a disposizione dei colleghi con un progetto: la gestione del cambiamento.
Utifar si mette a disposizione di quei farmacisti che sono sconfortati, spaventati, preoccupati. Prima di tutto, per ascoltarli; e poi per dare loro qualche consiglio su problemi strutturali, di adeguamento delle competenze, di analisi dei conti e di bilancio.
Crediamo che dialogare fra colleghi sia certamente più franco e più agevole.
Per questo motivo mi interfaccerò personalmente con coloro che vorranno approfittare di questa nostra opportunità: basterà chiamare in Utifar (0270608367) o scrivere una mail (utifar@utifar.it,', ', ', '), chiedendo di essere richiamati.
Mi auguro che questo nostro sforzo possa essere utile a tanti farmacisti che, pur plaudendo agli sforzi fatti dai colleghi, non hanno il coraggio di ristrutturare le loro competenze e quelle della loro squadra.
Per i colleghi che avranno bisogno del nostro ascolto, Utifar sarà sempre a disposizione, assicurando la massima riservatezza.
Mi auguro che questa iniziativa possa essere da stimolo a tanti farmacisti per continuare con entusiasmo a portare avanti la nostra professione. Una professione che, nei secoli e con semplicità, abbiamo sempre messo a disposizione dei cittadini e del nostro Paese.

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