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Utifar

24 febbraio 2025
di Eugenio Leopardi

Dopo ventisei anni di attesa, il settore farmaceutico italiano si trova di fronte a un passaggio epocale. Il preaccordo per la nuova Convenzione farmaceutica, firmato il 20 dicembre 2024, non è solo un aggiornamento normativo, ma una vera e propria ridefinizione del ruolo delle farmacie all’interno del Servizio sanitario nazionale. La nuova convenzione potrebbe infatti rappresentare un cambiamento che segna la fine di un’era e l’inizio di un nuovo modello di assistenza sanitaria, in cui le farmacie andranno ad assumere un ruolo ancora più centrale nell’erogazione dei servizi di prossimità.
L’elemento più innovativo della Convenzione è senza dubbio il riconoscimento ufficiale delle farmacie come centri socio-sanitari polifunzionali, ovvero veri e propri presidi territoriali in grado di garantire continuità assistenziale, ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure e rafforzare il legame tra Ssn e territorio.
Grazie a questo accordo, le farmacie potranno rispondere ancora più concretamente alle esigenze di una popolazione sempre più bisognosa di servizi sanitari accessibili e di qualità.
Questa evoluzione, come detto, non riguarda solo l’ambito normativo: richiede un impegno concreto da parte dei farmacisti, chiamati a sviluppare nuove competenze, adottare strumenti tecnologici avanzati e ridefinire il loro approccio professionale. 
Tuttavia, per ampliare la gamma di servizi offerti e assumere un nuovo ruolo nella gestione della salute pubblica, si rende necessaria una riflessione sulla sostenibilità economica di questi importanti passi. Il potenziamento delle attività sanitarie non può infatti prescindere da una gestione economica solida e strategica, visto che, senza le risorse adeguate, il rischio è che l’ampliamento delle competenze diventi più un onere che un’opportunità.
La sostenibilità economica non è quindi solo una questione di bilancio, ma diventa il prerequisito per l’innovazione e il miglioramento dei servizi. Le farmacie che dispongono di una base finanziaria solida possono investire in nuove tecnologie, sviluppare strumenti di telemedicina, acquistare apparecchiature diagnostiche avanzate e offrire ai cittadini un servizio sempre più efficiente.
Un altro elemento cruciale per il successo della nuova Convenzione è il coinvolgimento dell’intero personale della farmacia. L’innovazione non può essere un processo individuale: è necessario un impegno collettivo che coinvolga tutti i collaboratori, dai farmacisti ai tecnici, dagli amministrativi ai responsabili della logistica.
Formare il personale, aggiornarlo sulle nuove competenze richieste dal settore e incentivare la partecipazione attiva di ogni membro del team sono strategie fondamentali per rendere questa transizione efficace. 
Una farmacia che investe nella crescita del proprio personale non solo migliora la qualità dei servizi offerti, ma crea anche un ambiente di lavoro stimolante e orientato all’innovazione.
I farmacisti devono quindi prepararsi ad affrontare questa trasformazione con consapevolezza e determinazione. Del resto, il futuro della farmacia italiana dipenderà dalla capacità dei farmacisti di adattarsi a un contesto in evoluzione, di investire in nuove tecnologie e di consolidare il loro ruolo come punto di riferimento per la salute dei cittadini. La sfida è aperta: sta ora a noi farmacisti raccoglierla e guidare il cambiamento.

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