Utifar
INGRESSO DEI CAPITALI E PRECONCETTI IDEOLOGICI
Il presidente dell'Autorità Antitrust, Giovanni Pitruzzella, è ancora convinto del fatto che noi farmacisti rappresentiamo una "lobby che difende le proprie rendite di posizione". Peccato, perché questa convinzione errata, ribadita di recente nel corso della presentazione della Relazione annuale 2014 dell'Antitrust, rischia di impedire allo stesso Pitruzzella di comprendere come stanno davvero le cose. Ormai da mesi, all'interno della categoria, si parla dei pericoli, ma anche delle opportunità derivanti dall'ingresso dei capitali nella proprietà delle farmacie. Io stesso, nell'editoriale del numero di marzo di Nuovo Collegamento, avevo richiamato le potenzialità di questa riforma, definendola "un'ancora di salvezza per molte farmacie". Mi riferivo alle centinaia di farmacie sull'orlo di un baratro finanziario e alle migliaia di esercizi che trarrebbero indubbio vantaggio dall'ingresso di soci nel capitale aziendale. Ma ci sono grandissimi vantaggi anche per i colleghi non titolari, che potranno vedere valorizzata la propria professionalità all'interno di gruppi di farmacie di maggiori dimensioni, dove avranno opportunità di crescita e di carriera. Sempre nell'editoriale di marzo, avevo auspicato "un atteggiamento progettuale" da parte della categoria che rendesse i farmacisti "protagonisti e non oggetti passivi di questo cambiamento epocale". Comprendo che Giovanni Pitruzella non legga Nuovo Collegamento, come, del resto, sono consapevole del fatto che i miei commenti e i miei auspici poco contano. Sta di fatto, che da mesi non solo Utifar, ma l'intera categoria si pone come un interlocutore attivo e propositivo in questa vicenda. Ma come essere protagonisti di un cambiamento quando la controparte ti attribuisce posizioni antiche e preconcette?
Pitruzzella plaude al disegno di legge che incide sui settori in cui regolazioni ingiustificatamente restrittive "frenano l'accesso al mercato, distorcono le scelte imprenditoriali e tendono a mantenere, a svantaggio dei consumatori e dell'intera economia nazionale, una struttura produttiva obsoleta e caratterizzata da scarse innovazioni, da prezzi elevati e da una bassa crescita".
I farmacisti chiedono invece di entrare nel merito delle questioni concrete che riguardano il disegno di legge. Lo fa anche Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma, secondo il quale è inaccettabile continuare a essere considerati "lobby", anche a fronte delle "centinaia di farmacie fallite negli ultimi tempi e le migliaia sull'orlo del baratro".
Condivido appieno questo sfogo di Contarina, anche quando risponde alle parole di Pitruzzella affermando: "Se si vuole cedere il mercato dei farmaci dal singolo farmacista italiano alle grandi multinazionali estere o alle COOP lo si dica chiaramente, ma non ci venite più a raccontare la favoletta della lobby e delle rendite di posizione perché lo ritengo offensivo verso una categoria che, pur attraversando una profonda crisi, continua a salvaguardare al massimo i posti di lavoro e a fornire sempre un servizio di altissimo livello ai cittadini italiani".
Sono passati più di sei mesi da quando il disegno di legge sull'ingresso dei capitali in farmacia è stato presentato. Sei mesi nei quali, anziché confrontarsi nel merito delle questioni, si continua a dipingere la farmacia come un soggetto eccessivamente tutelato a discapito dei cittadini. Speriamo che questo continuare a non comprendere dipenda solamente da un deficit di informazioni e non rappresenti, invece, un pretesto per evitare un confronto di merito.
Eugenio Leopardi