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Utifar

25 marzo 2025
di Eugenio Leopardi
Rif. rivista N.2 | Nuovo Collegamento 2025

In un recente articolo dal titolo “Gli esami in farmacia sono davvero attendibili?”, le giornaliste Milena Gabanelli e Simona Ravizza hanno sollevato dubbi sull’affidabilità dei test diagnostici effettuati nelle farmacie italiane. Il titolo della pubblicazione, come spesso accade, ha offerto un’idea immediata (ma forse preconcetta) della questione anche a tutti quei lettori che non hanno poi avuto il tempo e la pazienza di approfondire l’intero contenuto. Occorre, inoltre, avere una certa competenza in materia per comprendere che molte tra le critiche emerse, seppur basate su alcune evidenze, non tengono conto dell’intero quadro normativo e professionale in cui operano le farmacie dei servizi. 
A tale proposito, Federfarma ha risposto prontamente con una richiesta di rettifica, chiarendo gli aspetti regolatori, i protocolli seguiti e le garanzie offerte ai cittadini che scelgono di effettuare esami in farmacia.
Lascio ai nostri rappresentanti il compito di scendere nel merito dell’articolo e di sottolineare tutte le storture in esso contenute.
Voglio invece evidenziare quanto questo articolo ci debba fare riflettere sul fatto che dobbiamo, ogni giorno, tenere alto il vessillo della nostra professionalità. Un aspetto centrale della nostra professione è la competenza. 
Il passaggio ad una farmacia dei servizi sempre più integrata nel Ssn impone un’evoluzione importante: se nel recente passato bastava adottare correttamente le procedure indicate per l’utilizzo dei test di autodiagnosi, oggi bisogna essere in grado di “metterci davvero le mani” ed essere capaci di gestire strumenti diagnostici sempre più tecnologicamente avanzati, interpretare correttamente i risultati che offrono e comunicare con il paziente in modo chiaro ed efficace, senza creare allarmismi o sottovalutazioni. 
Occorre, inoltre, svolgere un ruolo sensibilizzazione del pubblico rispetto all’importanza di una interlocuzione attiva con il medico.
Per svolgere con professionalità questi delicati compiti, la formazione deve diventare un elemento strutturale della nostra professione, non solo per adempiere agli obblighi normativi, ma per rispondere con competenza e sicurezza alle esigenze della popolazione.  
L’aggiornamento continuo del farmacista diventa sempre più cruciale, poiché ciò che oggi è solo il risultato di un test Poct (Point of care test), presto sarà un documento firmato e timbrato dal farmacista, che ne garantirà l’accuratezza e ne risponderà direttamente.
In definitiva, l’editoriale di Gabanelli ha acceso un faro su un tema che non può essere ignorato. 
Se vogliamo evitare attacchi mediatici simili in futuro, dobbiamo garantire che ogni farmacia operi secondo le migliori pratiche. 
L’attenzione alla qualità degli strumenti, il rispetto rigoroso dei protocolli, la trasparenza nei confronti del paziente e l’aggiornamento costante del farmacista sono gli elementi che fanno la differenza.  
Del resto, le farmacie sono sempre più un punto di riferimento per i cittadini, in particolare in aree dove l’accesso ai servizi sanitari è più complesso. 
Difendere e rafforzare questo ruolo significa essere consapevoli della nostra responsabilità e lavorare per garantire standard elevati, affinché il servizio che offriamo sia sempre sinonimo di affidabilità, sicurezza e prossimità alla salute delle persone e permetta anche ai cittadini che vivono nei punti più sperduti del territorio nazionale di sentire il Ssn vicino a loro, grazie a quella porta aperta, dove si entra senza bussare, che è la Farmacia italiana.

 

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