Utifar
Vendita senza cessazione di vitalizio
Avrei bisogno di alcuni consigli riguardo la vendita della mia farmacia. Ho rilevato l'attività da mia madre (attualmente vivente) nel 1992, con costituzione di rendita vitalizia (all'epoca fiscalmente conveniente) di circa 25mila euro (attuali) l'anno. Poiché la possibile acquirente è una giovane neo-laureata, che quindi ha bisogno di acquisire l'idoneità alla titolarità, pensavo di procedere in due fasi: in un primo tempo, costituire una società in cui io manterrei la titolarità della farmacia e lei ne sarebbe il direttore; successivamente, ad idoneità ottenuta, cederle la rimanente quota. E' possibile? Se si, quale tipo di società sarebbe opportuno costituire? Ci sono alternative fiscalmente convenienti? Inoltre vorrei, se possibile, non far cessare la rendita vitalizia a mia madre, anche per evitare un possibile contenzioso col fisco.
Il comma 2 dell’art. 7 della L. 362/1991 dispone che soci di società-farmacia possono essere solamente farmacisti iscritti all’albo in possesso del requisito dell’idoneità previsto dall’art. 12 della L. 475/1968. Pertanto la collega neo-laureata non può assumere la qualifica di socio senza aver maturato i requisiti per l’idoneità. Come alternativa si può pensare di stipulare un atto di cessione della farmacia con dalla efficacia differita alla data del conseguimento dell’idoneità della collega. Per quanto riguarda la rendita vitalizia alla madre, è necessario esaminare l’atto originario per verificare l’esistenza di eventuali clausole che sono state poste a tutela del beneficiario della rendita e che, ad esempio, regolamentano il caso specifico del trasferimento della titolarità della farmacia. Solitamente, basta sottoscrivere un’idonea polizza assicurativa a garanzia del pagamento del vitalizio.