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TAMPONI PER AUTOCONSUMO
Vorrei sapere perché i tamponi - i test che si acquistano per fare i Tamponi in farmacia, non a domicilio - non vanno registrati come spese (assimilati a guanti, camici, disinfettanti ecc.) ma registrati come MERCE destinata alla rivendita.
Se ho ben compreso l’istante chiede il comportamento relativo all’uso di tamponi in farmacia da parte del personale della stessa. Ora in codesta previsione si esce dal campo del così detto “autoconsumo”.
L’autoconsumo si realizza in due casi, che si distinguono con riferimento all’utilizzo e all’esigenze dell’imprenditore o in relazione agli scopi perseguiti. Una peculiare ipotesi di autoconsumo si realizza anche nel caso di assegnazioni di beni fatte a favore dei soci di una società, a qualsiasi titolo.
L’autoconsumo allora si distingue in due macrocategorie:
- autoconsumo esterno, concerne l’ipotesi in cui l’imprenditore utilizza beni aziendali per scopi diversi da quelli per i quali l’impresa è stata costituita;
- autoconsumo interno, cioè quando il consumo di beni è volto a soddisfare esigenze della stessa impresa, ad esempio nel caso in cui il titolare acquisisce un farmaco per una propria patologia.
Il caso prospettato riguarda invece i collaboratori che utilizzano il tampone come strumento di autodiagnosi che vista la “novità del caso” non possono se non a fronte di ampia interpretazione essere considerati alla stregua di strumenti di “lavoro” come disinfettanti, guanti e quant’altro. Quindi allo stato dell’arte non potrebbero e il condizionale è d’obbligo essere “spesati”.
Suggerirei la soluzione di emettere lo scontrino con l’annotazione di “corrispettivo non incassato” al fine dello scarico del magazzino.
Dr. Marino Mascheroni