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Scontrino a "credito"
Ho due o tre clienti che acquistano prodotti di varia natura, inclusi farmaci, e inviano in farmacia per il ritiro persone di servizio o badanti alle quali non affidano danaro. Il pagamento viene fatto in maniera cumulativa con frequenza circa mensile da uno dei familiari praticamente sempre con carta di credito o bancomat. Ad accompagnamento della merce noi emettiamo ogni volta regolare scontrino parlante e ne manteniamo una copia non fiscale. Poiché il sistema computer-misuratore fiscale non consente l'emissione dello scontrino "a credito" ancorché fiscale, è come se tutte le transazioni fossero regolate al momento della consegna dei beni.
Il problema sorge nel momento in cui, a fronte di un bancomat per es. da 500 euro, non corrisponde nello stesso giorno una registrazione fiscale di pari importo. All'apparenza potrebbe sembrare una vendita non fiscalizzata.
Con riferimento al quesito in questione, si premette che è assolutamente necessario formalizzare la procedura per evitare spiacevoli presunzioni in caso di verifica fiscale.
Il registratore di cassa deve consentire di emettere lo scontrino ‘a creditò (per es. quello che accompagna l'invio ricette di ciascun mese), anche perché il D.M. 23 marzo 1983 modificato e integrato dai decreti 19 e 29 aprile 1983 che fa riferimento alle norme di attuazione delle disposizione in materia di scontrini fiscali, prevede l'obbligo dell'annotazione distinta dei corrispettivi ‘in tutto o in parte non riscossì, che poi deve trovare una distinta riepilogazione anche nello scontrino di chiusura giornaliero e, quindi, nel registro dei corrispettivi in una colonna a parte.
Ovviamente, il farmacista terrà anche un promemoria distinto per cliente e per data operazione, così da rendere facilmente ricostruibile ai verificatori che il pagamento a mezzo bancomat o carta di credito degli ipotetici 500,00 euro da parte del cliente non è riferibile ad un'operazione fiscalmente rilevante dello stesso giorno trattandosi, invece, di un semplice movimento finanziario di chiusura di crediti sorti in precedenza, movimento che dovrà essere annotato nella prima nota giornaliera.