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03 ottobre 2011
Richiesta

Sono titolare di una farmacia costituita in impresa familiare con mia moglie e uno dei miei due figli. Sono giunto alla determinazione di voler destinare interamente la farmacia al figlio farmacista che vi partecipa attivamente e che ad oggi fa parte dell’impresa familiare. Faccio presente che, oltre alla farmacia, mia moglie ed io (in separazione di beni) abbiamo alcuni immobili di proprietà e che tale patrimonio immobiliare vorremmo fosse da subito destinato interamente, insieme alla farmacia, ai nostri due figli. Fermo restando che l’impresa familiare sarà sciolta e che la farmacia sarà destinata tutta al figlio farmacista che partecipa oggi all’attività, vi chiedo un consiglio sulle possibili modalità di sistemazione in vita del patrimonio tenendo conto che a me (ed alla mia morte a mia moglie), da questa operazione, dovrebbe essere contestualmente riconosciuta una rendita vitalizia.

Consulenza

Il quesito posto presenta molteplici profili di complessità che richiedono un confronto con un  professionista di fiducia esperto del settore. Infatti, il passaggio generazionale di una farmacia e la conseguente attività divisionale in presenza di più figli, è solo in parte un passaggio “matematico”, richiedendo una certa conoscenza della famiglia e delle dinamiche di formazione del patrimonio da assegnare. Per cercare di dare qualche spunto di riflessione al lettore, partiamo dal presupposto che è chiara l’intenzione di dividere nettamente il patrimonio in questione tra i due fratelli, assegnando ad uno la farmacia e compensando l’altro con immobili. Sarà necessario, quindi, procedere alla valutazione della farmacia, alla valutazione dell’eventuale diritto di credito maturato in capo al coniuge in impresa familiare e ad individuare l’entità del vitalizio che sia considerato al tempo stesso soddisfacente dall’attuale titolare e non troppo vessatorio dal figlio assegnatario; sarà necessario anche capire se e per quale entità rendere tale vitalizio reversibile in capo al coniuge o all’ultimo sopravvissuto tra i coniugi. Sul piano giuridico ci sono soluzioni “aperte” come la donazione pura e semplice, che lasciano però spazio a possibili contestazioni future sui valori della successione (in quanto la valutazione dei beni donati viene fatta al momento di apertura della successione e non al momento della donazione), ovvero si può fare ricorso a soluzioni “chiuse” come il patto di famiglia che può superare l’inconveniente sulle valutazioni ma che potrebbe aprirne altri di natura diversa (pensiamo al caso in cui uno dei due beni, Farmacia e immobili, dovesse subire nel tempo una forte diminuzione di valore; ovvero al caso in cui il pagamento del vitalizio dovesse protrarsi cosi a lungo da ridurre considerevolmente il valore della Farmacia donata!). Per concludere, se è importante avere ben chiari i criteri di assegnazione dei beni tra i figli, questo è solo il primo passo per giungere ad una  divisione equitativa del patrimonio familiare.

Studio Associato Brunello & Partner

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