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07 marzo 2012
Richiesta

Capita spesso che alcuni clienti ritornino in farma- cia per rendere, con restituzione dell'importo pa- gato, o per cambiare farmaci acquistati con ricetta ripetibile, Sop, Otc nonché altri prodotti venduti in farmacia.

•   Come bisogna comportarsi di fronte a tali situa- zioni?

•   Bisogna restituire l'importo, cambiare il pro- dotto o cosa?

•   C'è un termine entro il quale può o deve essere fatta tale operazione?

Consulenza

Il Codice del consumatore (D.Lgs. 206/2005) riconosce al cliente il diritto di recedere nel caso abbia stipulato contratti a distanza, ovvero negoziati fuori dai locali commerciali, senza penalità alcuna e senza specificarne il motivo, secondo modalità e termini normativamente stabiliti. Il diritto di recesso non trova applicazione nel caso di acquisto di beni effettuati all'interno di un negozio, ovvero quando si è avuta preventivamente la possibilità di prendere visione di tutte le caratte- ristiche del prodotto. In tali casi, il ripensamento non è un diritto rico- nosciuto per legge, ma è frutto di accordi tra le parti. Diversa è invece la questione, qui non trattata, dei diritti  del consumatore nel caso di prodotto difettoso o non conforme a quanto indicato. Per la farmacia trova applicazione quanto sopra indicato, poiché svolge un'attività commerciale. Pertanto, nel caso di cessione avvenuta all'interno dei locali, è discrezione del farmacista riconoscere al cliente la possibilità di restituzione del prodotto. La restituzione è opportuno che avvenga nel rispetto di alcune formalità che, come risulta dagli usi, si possono così sintetizzare:

• termine per l'esercizio del recesso: in genere vengono concessi

8/10 giorni;

• conservazione del prodotto: il prodotto deve essere integro e restituito nella confezione originale, completa in tutte le sue parti;

• restituzione o sostituzione con altro prodotto: a discrezione del farmacista.

Da un punto di vista fiscale si ricorda che la restituzione di un prodotto, la cui cessione è stata certificata tramite scontrino fiscale, comporta l'apertura di una pratica di reso. Tale pratica, obbligatoria, richiede la realizzazione delle seguenti operazioni:

• apertura di una pratica di reso, alla quale viene attribuito un numero progressivo su base annua e nella quale devono essere riportati gli estremi dello scontrino originario di vendita;

• emissione di uno scontrino per il reso sul quale va indicata la cau- sale "rimborso per restituzione di merce venduta" ed il numero identificativo della pratica. Tale scontrino non può essere negativo, ma il relativo importo verrà portato in diminuzione degli incassi del giorno; 

• restituire al cliente il prezzo pagato, oppure, nel caso di cambio merce, consegnare il "buono acquisto" che deve contenere il numero identificativo  della pratica. In entrambi i casi è necessario che il cliente sottoscriva una ricevuta da conservare nel fascicolo.

Studio Brunello e Partner

 

 

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