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Prodotti alimentari in farmacia
Vorrei capire fino a che punto la farmacia può spingersi nella vendita di prodotti alimentari. è tecnicamente possibile, per esempio, inserire un piccolo espositore di vini pregiati?
Lʼattività della farmacia è disciplinata dal complesso di norme facenti unicamente riferimento
alla dispensazione dei medicinali. Nel tempo però, a fianco dei medicinali, si sono progressivamente
aggiunti numerosi prodotti tutti aventi finalità sanitaria o salutistica. Nel passato entrarono a fare
parte dellʼofferta merceologica della farmacia i presidi medico-chirurgici, seguiti da molti altri prodotti fino a che, con il decreto ministeriale del n. 375 del 1988, veniva individuata una lista di prodotti, denominata "Tabella per titolari di farmacia", nella quale sono elencati tutti i prodotti che la farmacia può esitare per il solo fatto di possedere lʼautorizzazione sanitaria allʼesercizio. Tale principio è infatti la conseguenza dellʼabolizione delle licenze commerciali di cui al decreto legislativo n. 114/1998. La farmacia oggi opera così su due piani, quello sanitario e quello commerciale ma limitatamente ai prodotti compresi nella tabella citata. In detta tabella però sono compresi solo prodotti a valenza sanitaria, tra i quali i "prodotti dietetici per lʼinfanzia e gli ammalati". In tale categoria di prodotti possono rientrare tranquillamente i cosiddetti "alimenti destinati ad una alimentazione particolare" comprendenti quindi anche quelli destinati a soggetti affetti da turbe del metabolismo come sono i celiaci. Da ciò è pertanto possibile ritenere legittima la vendita di un alimento, la birra, ma avente una composizione diversa da quella del prodotto originale per lʼassenza del glutine. Per quanto attiene ai "vini pregiati" non è rintracciabile nella tabella alcuna categoria cui appellarsi se non quella comprendente "amari, liquori, vini e pastigliaggi medicati". Lʼaggettivo "medicati" deve infatti essere correttamente riferito a tutti gli articoli: amari, liquori e vini, proprio per lo spirito della tabella stessa che ammette la vendita dei prodotti a condizione che abbiano qualche attinenza con la salute o il benessere in genere. Qualora lei fosse in possesso di una vecchia licenza commerciale per prodotti alimentari, potrebbe essere "azzardata" la vendita dei prodotti richiamati nel quesito anche se, a mio avviso, altamente sconsigliabile.
Prof. Maurizio Cini