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Utifar

15 dicembre 2010
Richiesta

Nella città dove è ubicata la mia farmacia, sono sorti diversi nuclei di cure primarie, quasi sempre in prossimità di farmacie comunali. L'Asl paga l'affitto di tali locali ad uso cure primarie ed inoltre paga la segretaria, l'eventuale infermiera ed anche le utenze, ad esclusione di quella telefonica. Il medico, oltre a non avere alcuna spesa, ha poi un incentivo economico per partecipare a questi nuclei, pertanto, si sta verificando uno spostamento sostanziale di fatturato verso le farmacie, ribadisco quasi sempre comunali, ubicate in prossimità di tali nuclei. In prossimità della mia farmacia, ci sono alcuni studi medici, di mia proprietà personale, in cui i medici pagano un regolare affitto con regolare contratto di locazione. Ora, alcuni di questi medici lasceranno tali studi per spostarsi presso un nucleo di cure primarie. L'Asl, l'Ordine dei Medici, i sindacati degli stessi medici, a quanto pare, favoriscono involontariamente queste situazioni, quasi sempre a favore delle farmacie comunali, ed indubbiamente a favore del medico, pertanto, il titolare privato come può regire? In quale modo? Il mio consulente fiscale mi consiglia di variare il contratto di locazione in contratto di comodato al fine di salvare una parte del mio fatturato in quanto se qualche anno fa il comodato sarebbe stato almeno deontologicamente illegittimo o scorretto, ora con i cambiamenti sopra indicati, non sarebbe più illegittimo e anzi sarebbe giustificato. Vorrei avere un autorevole parere legale, legislativo nonché morale dal consulente Utifar.

Consulenza

La situazione che Lei mi descrive sta diventando purtroppo sempre più frequente. Il problema è che dolersi dell’accaparramento di clientela da parte delle farmacie comunali per il tramite, per così dire, dell’accaparramento dei medici diventa difficile per quelle farmacie private che lo stanno facendo a loro volta attraverso la sistemazione di medici in locali da loro controllati. La trasformazione del contratto di locazione in comodato sarebbe deontologicamente illegittima se non si trattasse di legittima difesa, cioè di una reazione alla prevaricazione delle farmacie comunali attraverso la sistemazione gratuita dei medici nei loro pressi. Sarà tuttavia prudente, prima, chiarire davvero le condizioni della sistemazione dei medici accaparrati dalle farmacie comunali, perché è solo questo aspetto di reazione cui ho appena fatto riferimento che giustifica la scelta delle farmacie private di tenere sistemati dei medici  gratuitamente in locali che si controllano.

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