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15 dicembre 2010
Richiesta

Avrei intenzione di ospitare nei locali della mia farmacia un’infermiera in orari prestabiliti. Dovrebbe fare le iniezioni intramuscolo e i prelievi di sangue per portarli ad analizzare in ospedale. Ho un locale adibito esclusivamente ad autoanalisi del sangue e misurazione della pressione, ma vi sono solo un tavolo e un ripiano dove sono alloggiati gli strumenti, più due sedie. Nessun lavabo. Le mie domande sono queste:
- il locale è idoneo per questo tipo di pratica? Preciso che l'Asl non ha richiesto modifiche al locale per quanto riguarda l'autoanalisi del sangue, ma non so se potrebbe contestare il lavoro dell'infermiera.
- come inquadrare dal punto di vista lavorativo l’infermiere?
Avevo pensato di far pagare, ipoteticamente, 2 euro a iniezione e a prelievo, e di considerare quello come compenso per l’infermiera, senza guadagno per la farmacia, che offrirebbe così un servizio gratuito. Ma come giustifico la presenza della persona che lavora nei confronti di un controllo dell'ispettorato del lavoro e dell'Inps? Ci vuole un'assicurazione ad hoc per questo tipo di lavoro? Ho già attivo il servizio di smaltimento dei rifiuti pericolosi.

Consulenza

Il D.L.vo 3 ottobre 2009, n. 153 di attuazione dell’art. 11, Legge 18 giugno 2009, n. 69, come è noto, tratta dei nuovi servizi erogati dalle farmacie nell’ambito del Ssn. Questo stesso decreto prevede (art. 1, comma 2, lettera e) l’emanazione di un futuro decreto di natura non regolamentare del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali d’intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni nel quale verranno indicate le modalità con cui i servizi, a carico del Ssn, potranno essere erogati nelle farmacie ed esclude, nel contempo, che all’interno delle farmacie possa essere svolta attività di prescrizione e diagnosi nonché il prelievo si sangue o di plasma mediante siringhe o dispositivi equivalenti. Di conseguenza, nelle farmacie non potrà essere presente il medico (prescrizione e diagnosi) potranno essere fatte iniezioni intramuscolo, medicazioni e quant’altro ma non prelievi di sangue (o plasma). Al momento non sono state ancora predisposte le linee guida che dovrebbero dare indicazioni circa l’idoneità del locale destinato all’erogazione dei servizi. Si ritiene tuttavia che se la messa a disposizione del pubblico di apparecchiature per autoanalisi e misurazione della pressione non richiede necessariamente la presenza di lavabo nel locale all’uopo dedicato, qualora s’intenda introdurre nella farmacia la figura professionale dell’infermiere occorra perlomeno, in assenza di linee guida, richiedere un parere alla propria Asl sul come predisporre un locale idoneo allo scopo. Per quanto riguarda l’attività in farmacia dell’infermiere diplomato, al momento si ritiene debba essere svolta in regime libero professionale. Il paziente pagherà direttamente all’infermiere l’onorario della prestazione. Per quello che riguarda le assicurazioni, si ricorda che la responsabilità professionale, relativamente alle prestazioni di sua competenza è dell’infermiere che pertanto dovrà essere in possesso di personale assicura zione per responsabilità civile. Sul farmacista ricadono solamente le eventuali responsabilità inerenti i locali e le attrezzature messe a disposizione del pubblico e dell’infermiere. L’attivazione di procedure per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi è indispensabile sia per l’autodiagnosi sia per l’attività infermieristica.

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