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31 gennaio 2007
Richiesta

Il Presidente dell'Associazione Nazionale Podologi da me contattato per sapere se aveva qualche professionista da segnalarmi mi ha risposto che non mi avrebbe indicato nessuno in quanto in farmacia non è ammesso l'esercizio professionale di un podologo. Mi ha fatto inoltre presente che una nota dell'Asl di Bolzano specifica che "l'esercizio della farmacia non può essere cumulato con quello di altre professioni e arti sanitarie".

Consulenza

(VEDI ANCHE RETTIFICA A FINE TESTO 7 MAGGIO 2024)

Purtroppo l'interpretazione delle norme, è banale dirlo ma necessario ricordarlo, non è come l'aritmetica secondo cui due più due fa quattro.
Ad esempio l'art. 102 Tuls 1934 che vieta il cumulo tra l'esercizio della farmacia con quello di altre professioni e arti sanitarie va inteso, a mio avviso, nel senso che il titolare di farmacia non può esercitare tali arti e professioni in prima persona.
L'estensione di tale divieto al fatto che nessuna professione o arte sanitaria possa essere esercitata in farmacia da soggetto diverso del titolare è infatti frutto di interpretazione normativa, come tale opinabile, e non già precetto direttamente ricavabile dalla lettura della legge.
In linea generale, si vuole evitare che il cumulo in farmacia di professioni sanitarie determini un effetto distorsivo della concorrenza e, soprattutto, un rischio per la salute pubblica determinato da prescrizioni funzionali al maggior guadagno della farmacia più che alla cura del paziente.
Se questo, come credo, è l'unico scopo ragionevole dell'estensione interpretativa di cui si è detto, mi sembra eccessivo rintracciare un divieto per quelle situazioni in cui tale effetto distorsivo non può verificarsi, come nel caso, ad esempio, in cui in una saletta appartata un infermiere faccia iniezioni ai pazienti che lo richiedano.
Il caso del podologo è un po' diverso nel senso che non mi è chiaro se potrebbe incentivare l'acquisto in farmacia dei prodotti; trattandosi, inoltre, di una cura estetica si pone anche il problema se sia consono al decoro della farmacia prevederla nel suo ambito.
In generale, il problema si inquadra in quello più vasto della ridefinizione della farmacia come presidio sanitario più che come "bottega" ove si vende di tutto e di più. Credo che la materia vada affrontata senza anatemi e accuse di scarsa qualificazione, come quelle avanzate dal Suo interlocutore.

RETTIFICA E AGGIORNAMENTO DELLA CONSULENZA IN DATA 7 MAGGIO 2024

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