Utifar

Mi è stato proposto un servizio di equilibrio nutrizionale in farmacia. Come farmacista dovrei pesare, prendere alcune misure corporee (circonferenza addominale, polso, etc), misurare pressione, glicemia e assetto lipidico, somministrare al cliente un questionario sulle sua abitudini alimentari/stili di vita e inviare tutti i dati ad un biologo nutrizionista per la redazione di un piano nutrizionale, che una volta pronto provvederò personalmente a consegnare al paziente in farmacia. E’ possibile farlo, o si ravvisa qualche incompatibilità legislativa?

In tutte le operazioni citate, a parte il “somministrare al cliente un questionario” che sostituirei con “consegnare” non rivestono o non si intravedono attività di esercizio di professione medica. Da precisare che misurare pressione, glicemia e assetto lipidico deve avvenire sotto forma di autotest. Come stabilito, le professioni sanitarie, non mediche e che non esercitano prescrizione sono compatibili in farmacia. Non condivido l’impostazione, ma è solo una mia opinione, del fatto che un professionista debba assoggettarsi ad un’altra professione per fare da assistente o meglio da procacciatore di clienti. Ricordo al collega che chiunque cittadino accede ad un servizio del SSN è considerato paziente, pertanto la farmacia attraverso la convenzione e in riferimento alla Legge 69/2009 che istituisce la farmacia  dei servizi, quindi i  servizi sanitari in farmacia anche il “cliente” accede in farmacia ai servizi offerti dal SSN in qualità di paziente. Concludo, suggerendo al farmacista che nel campo dell’alimentazione il farmacista può fare molto di più rendendo un servigio alla collettività ed esplicando un atto professionale qualificante anche occupandosi di reattività individuali agli alimenti e alle sostanze chimiche contenute negli alimenti.

Rocco Carbone