Utifar
Distribuzione troppo diretta
La ASL di Forlì distribuisce direttamente una moltitudine di farmaci per patologie croniche che non rientrano assolutamente nel PHT, danneggiando l'immagine, la struttura aziendale economica delle farmacie e creando un notevole disservizio ai pazienti-utenti, per di più anziani, in nome di un ipotetico risparmio, tutto da verificare. Il fatto alquanto discutibile e, secondo buon senso, anche con dubbi di legittimità è che il medico di base, attraverso un sistema economico premiante istituito dalla stessa Asl, orienta costantemente e fortemente il paziente-utente verso i centri di distribuzione Asl mediante la consegna di un foglio bianco (NON RICETTA !) con cui il paziente può ritirare il fabbisogno-farmaci per un anno di terapia. Si possono configurare eventuali reati ?
La risposta non può che essere "politica" in quanto il problema, a mio avviso, non è affrontabile per via giudiziaria. La situazione che si è creata con la ASL di Forlì è ormai nota in tutta Italia e se ne è parlato anche al Convegno Utifar di Caserta del 18 e 19 aprile scorsi. Fino a quando non verranno rivisti completamente i criteri retributivi della farmacia (retribuzione a prestazione professionale, per esempio) e le metodiche di determinazione del prezzo dei medicinali concessi dal SSN (se le ASL hanno uno sconto del 50% e oltre, significa che il prezzo al pubblico è sopravvalutato) non si potrà mai contrattare con lo Stato il rientro in farmacia della distribuzione di tutti i medicinali, abbandonando la distribuzione diretta. Nel frattempo vengono presi provvedimenti sui prezzi (per ora solo dei generici) e sulla percentuale di spettanza del farmacista (decreto legge di ieri 23 aprile già diffuso da Federfarma). Ribadendo che il problema è politico, la invito ad agire sulla sua associazione sindacale sollecitando un definitiva risoluzione del problema in una situazione che scontenta tutti: farmacisti, pazienti ma anche lo Stato che continua a cercare forme di risparmio.