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28 ottobre 2011
Richiesta

Con l'introduzione del ticket  in Emilia-Roma- gna, si sta verificando che presso  i Centri  di distribuzione diretta nella mia città, il farmaci- sta ospedaliero non richiede  la quota di parte- cipazione.  Inoltre, al contrario di quanto avvie- ne nelle farmacie territoriali, non chiede all'as- sistito neppure il ticket. Mi chiedo se tale ope- rato risulti ammissibile.

Consulenza

Il quesito che lei pone, più che dal punto di vista normativo, richiede una valutazione politica in materia di spesa farmaceutica. Tutta la problema- tica della distribuzione diretta ruota intorno alla diffusa volontà di ridurre la spesa farmaceutica, soprattutto territoriale, senza particolare preoccu- pazione per quella ospedaliera. I medicinali in distribuzione diretta incidono infatti per buona parte su quest'ultima. Anche la "migrazione", nel- l'ottobre scorso, di una parte dei medicinali "H" (detti anche ex osp-2) verso la distribuzione terri- toriale non ha dato i risultati sperati (dalle farma- cie convenzionate), perché si è trattato, in sostan- za, della loro immissione nel cosiddetto "doppio canale" di distribuzione che, nei fatti, ha mantenu- to la prevalenza della distribuzione diretta.Oggi, con la manovra finanziaria del luglio scorso, le Regioni si sono trovate costrette ad adottare le misu- re previste dalla Finanziaria 2007 (legge 296/06) che prevedeva (art. 1, comma 797) cioè l'applicazione di un ticket, che nella legge era previsto in 10 euro per ricetta. Ora le Regioni mediante accordi raggiunti nella Conferenza Stato-Regioni, hanno presumibil- mente deciso una certa libertà di compensazione dei minori trasferimenti finanziari da parte dello Stato, adottando forme diverse (ticket scaglionati per reddi- to in Emilia-Romagna; ISEE in Toscana ecc.). Dopo questa premessa, e venendo al suo quesito, ci si trova oggi, nelle farmacie convenzionate, di fronte a due ordini di problemi: la differenza a carico del cit- tadino tra il prezzo di riferimento e quello del medici- nale branded (ma anche nei confronti di alcuni gene- rici) ed il ticket che le ASL non esigono dal cittadino. Il problema che lei pone deve però tenere anche conto che, nella distribuzione diretta, i medicinali che vengono consegnati sono presentati in confezione ospedaliera e pertanto prodotti e distribuiti dall'indu- stria esclusivamente per l'uso ospedaliero. Il prezzo pagato, per questi medicinali, dalle ASL è basato su gare al ribasso, per singola molecola. Non essendo in possesso dei verbali delle riunioni della Conferenza Stato-regioni, posso quindi solo presumere che la scelta fatta sia quella di esentare da qualsiasi onore a carico del cittadino, non in regi- me di ricovero, la fornitura dei medicinali, in un'ottica sempre più tendente a trasferire la distribuzione dei medicinali rimborsabili verso la struttura pubblica.

Prof. Maurizio Cini

AFK
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