Utifar
Diritto di donazione
Mio padre è deceduto da circa due anni ed era titolare e proprietario di farmacia urbana. Aveva però ceduto in vita tale farmacia attraverso una donazione onerosa con vitalizio ad uno dei miei fratelli farmacista. Mia madre è morta precedentemente e per di più senza testamento. Siamo quattro figli di cui tre farmacisti. Nemmeno mio padre ha fatto testamento, mentre invece ha fatto tante altre donazioni in vita oltre quella della farmacia: alcune imputandole alla quota legittima ed altre, in più tappe, con chiara ed inconfutabile "lesione di legittima". Chiedo, a parte la pratica legale per la collaborazione che ho già intrapreso, se quando mio padre ha donato ad uno dei miei fratelli farmacisti, essendo anche io parte di impresa familiare, avrei dovuto essere avvisato o addirittura invitato a far parte della donazione con rendita vitalizia.
Non ritengo che nel caso che mi ha descritto Lei abbia il diritto di riscattare la farmacia in quanto non ha potuto esercitare su di essa il diritto di prelazione quale coadiutore nell’impresa familiare. Il diritto di prelazione, infatti, mira a mantenere l’azienda nell’ambito familiare e perciò il riscatto non può avvenire quando il trasferimento avvenga a favore di un altro titolare del diritto di prelazione. Ciò è tanto più vero quando, come nel Suo caso, l’azienda sia stata donata poiché non v’è un diritto di ricevere una donazione, dal momento che essa è determinata dall’animus donandi di chi la compie, cioè da una scelta dell’animo che non può essere oggetto di un contrapposto diritto.