Utifar
Da rurale ad urbana
In un comune con 8.500 abitanti ci sono tre farmacie, due urbane ed una rurale. Due di queste si trovano nel centro urbano di 8.000 abitanti. L’altra, rurale e sussidiata, si trova nella frazione-contrada dello stesso comune, con 500 abitanti. Con la normativa attuale, è possibile trasferire la rurale nel centro urbano lasciando nella contrada una succursale o un dispensario della stessa?
In un comune con 8.500 abitanti debbo dedurre che una delle tre farmacie sia stata istituita con il criterio cosiddetto “della distanza” e cioè in deroga a quello della popolazione. Presumo anche che la farmacia in deroga sia quella posta nella frazione di 500 abitanti. Non conoscendo però quando sia stata istituita detta sede, e quindi quali fossero le distanze previste all’epoca, posso affermare comunque che quella sede ha senz’altro una propria zona territoriale (sede farmaceutica) con dei confini che non potranno in alcun modo (salvo modifica della pianta organica dell’intero comune) essere oltrepassati. La legge vigente (dal 1991 però) prevede anche che le farmacie istituite col criterio derogatorio debbano essere poste ad una distanza non inferiore a 3.000 metri dalla farmacia più vicina anche di altro comune. Nel solo caso in cui la popolazione del comune dovesse raggiungere i 12.500 abitanti, la farmacia istituita col criterio della distanza verrebbe assorbita tra quelle istituite col criterio ordinario e quindi potrebbe spostarsi (sempre entro i limiti della propria sede però) fino a 200 metri dalla farmacia più vicina. L’ipotesi da lei ventilata di trasferirsi nel centro urbano con l’istituzione di un dispensario nella frazione, dovrebbe trovare d’accordo gli altri due titolari urbani che potrebbero altrimenti ricorrere contro la modifica della pianta organica, come pure l’autorità sanitaria in quanto si tratta di una forzatura (per quanto già praticata in altri casi) della legge che prevede l’istituzione di un dispensario solo laddove sia prevista dalla pianta organica la farmacia e questa non sia aperta.
Prof. Maurizio Cini