Utifar
Da impresa familiare a società
Sono un farmacista di 65 anni, titolare di una farmacia rurale situata in un paese di circa 3000 abitanti organizzata in gestione familiare con mia moglie ed un figlio farmacista. Il figlio per il momento è stato assunto regolarmente come apprendista (per l'agevolazione dei contributi) da due anni che scadono a giugno 2008. Desidererei sapere se mi conviene trasformare la ditta individuale in società s.n.c. o continuare con l'attuale organizzazione (gestione familiare) tenendo mio figlio come dipendente (magari come direttore) visto che la pensione che lui maturerà sarà calcolata sui contributi versati.
Trattasi di una scelta che andrebbe approfondita al di là di una semplice consulenza a distanza e di una scelta che richiede certamente una analisi sul fronte familiare innanzitutto, ma anche giuridico e tributario; assicuro tutta la mia disponibilità per un approfondimento che ritengo indispensabile. Valuterei con una certa attenzione il conferimento in una Società in accomandita semplice anzichè in una Società in nome collettivo, in modo da poter assicurare il mantenimento del ruolo amministrativo in capo ad Ella dottore ora titolare e pure il mantenimento, se desiderato, del rapporto subordinato in capo al figliolo; bisognerà poi pensare alla tutela del coniuge al quale spettano comunque i diritti ex 230 bis derivanti dallo scioglimento dell'impresa familiare, si potrebbe pensare ad un contratto di cointeressenza o a qualcosa da verificare in comunione di intenti, verificando anche le situazioni previdenziali alla luce delle recenti pretese dell'Istituto di Previdenza Nazionale in merito ai collaboratori familiari di farmacia non iscritti all'Ordine. Preciso infine che la direzione al figliolo dipendente con Ella titolare non è ammissibile per legge, se non per motivi stabiliti dalla legislazione farmaceutica vigente come malattia, gravi motivi di famiglia, ferie e comunque motivazioni tutte con scadenza temporale.