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Consigli alimentari per dieta a zona
Due mie collaboratrici laureate in farmacia hanno seguito il corso per diventare "consulenti zona" al fine di poter seguire le richieste del pubblico riguardanti questo regime alimentare. Il corso non rilascia nessun tipo di diploma o laurea in ambito alimentare o dietologico. Fino a che punto possiamo spingerci nel suggerire questo regime alimentare ai clienti interessati? Più precisamente, vorremmo sapere se possiamo, insieme al cliente, valutare alcuni (circonferenza fianchi, circonferenza polso, peso, quantificazione massa grassa e massa magra...) utili per il calcolo dei "blocchi" giornalieri e, sempre insieme al cliente, inquadrare il tipo di alimentazione da seguire. E' poi possibile che questo servizio offerto dalla farmacia, che naturalmente richiede tempo da parte del consulente (anche 30 minuti), possa essere retribuito?
La situazione da Lei riferita mi desta qualche perplessità. Certamente tra i servizi che qualificano l'attività del farmacista vi è anche quello di fornire consigli alimentari e, in quest'ottica, il consiglio può essere anche particolareggiato e tenere conto dei parametri da Lei indicati.
E' però importante che non venga effettuata una visita medica, cioè un'attività che, specie se consistesse in una qualche forma di ispezione corporale, potrebbe essere assimilata all'attività medica.
A parte ciò, non mi convince l'idea di far pagare al cliente la consulenza di chi non sia in grado di vantare, attraverso il conseguimento di titoli riconosciuti dalla nostra normativa, una competenza specifica, anche tenuto conto del fatto che si tratta di farmacisti che lavorano abitualmente nella Sua farmacia. Mi pare, perciò, che sia una situazione limite che possa essere foriera di qualche problema.