Utifar

Sono titolare di farmacia rurale. Due anni fa si è laureata in Farmacia una mia nipote ed ho costituito con lei un’impresa familiare. Ora è mio desiderio cedere la Titolarità della succitata farmacia a mia nipote, ma nel contempo essendo io ancora in discrete condizioni di salute, vorrei continuare ad esercitare la professione come collaboratrice nell’impresa familiare. Inoltre desidero sapere se il proprietario dei locali dove è ubicata la farmacia può chiedere di rifare il contratto con mia nipote e chiedere eventuale aumento del canone.

Con riferimento al quesito sottoposto, vale la pena precisare che, ancorché costituita in impresa familiare, la Farmacia di cui al quesito configura un’impresa individuale. Pertanto, per operare la cessione della titolarità della Farmacia a favore della nipote l’attuale titolare dovrà procedere al trasferimento dell’azienda (mediante cessione o donazione). Si rammenta che quando il trasferimento ha ad oggetto un’azienda costituita in impresa familiare, a norma dell’art. 230-bis C.C. si configura un diritto di prelazione a favore dei familiari che partecipano all’impresa familiare stessa, nei cui confronti, in ogni caso, il rapporto si scioglie. Per quanto riguarda la possibilità, di cui al quesito, di divenire collaboratrice nell’impresa familiare, ciò sarà possibile in seguito al trasferimento della titolarità della Farmacia in capo alla nipote, mediante la costituzione di un nuovo contratto di impresa familiare, nel quale verrà definita anche la quota di partecipazione agli utili spettante al collaboratore che presta la propria attività nell’impresa in modo continuativo e prevalente (in ogni caso non superiore al 49%). Da ultimo si evidenzia come di norma, ai sensi dell’art. 2558 C.C., l’acquirente dell’azienda subentra nei contratti stipulati per l’esercizio dell’azienda stessa. Pertanto, il contratto di locazione avente ad oggetto i locali destinati all’esercizio dell’attività della Farmacia si considererà ceduto insieme all’azienda al titolare subentrante.