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Premesso che sono titolare di farmacia nella forma di ditta individuale posso aprire un'unità locale nella quale si eserciti attività di "parafarmacia" ?

La domanda se il titolare di una farmacia, gestita sotto forma di ditta individuale, possa istituire un'unità locale dove si eserciti attività di "parafarmacia", pone numerosi interrogativi. Cerco quindi di rispondere a quelli che sorgono spontanei.

1) la farmacia esercita un'attività su concessione governativa (ora regionale) con sede rigorosamente circoscritta dalla pianta organica e la cui ubicazione deve distare almeno duecento metri dalle altre farmacie. La farmacia, inoltre, opera al di fuori della disciplina del commercio (D.Lvo. 114/1998) ed anche i prodotti di cui alla tabella per titolari di farmacia, costituisce una "automatica" estensione dell'attività paradigmatica della farmacia e cioè la dispensazione dei medicinali e dei dispositivi medici. Alla luce di queste considerazioni mi sento di escludere la possibilità che una farmacia estenda dei veri e propri "tentacoli" nel territorio sulla base dell'autorizzazione sanitaria che, pur non essendo sempre espressamente previsto nel decreto di autorizzazione, limita l'attività ad una particolare ubicazione per la variazione della quale occorre una apposita autorizzazione.

 2) Nulla vieta però che un titolare di farmacia apra una "parafarmacia" (si tratta comunque di un termine privo di legittimazione normativa) mediante qualunque forma giuridica (ditta individuale, società di persone, società di capitali ecc.) a condizione che la responsabilità (preposto) sia assunta da persona diversa in quanto il titolare deve attendere personalmente alla direzione della farmacia.

3) Sotto il profilo deontologico e "politico" trovo che la, ben nota, apertura di "parafarmacie" da parte di titolari contribuisca a rendere sempre più difficile la soluzione del problema innescato dal cosiddetto "decreto bersani" ed al quale lo stesso sottosegretario alla salute Fazio ha dichiarato recentemente di volere porre rimedio.