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APPORTI E PRELEVAMENTI
Come è inquadrabile fiscalmente l’esborso da parte del titolare di farmacia di denaro trasferito dal proprio conto al conto della farmacia? Risulterebbe una diminuzione del reddito imponibile dell’attività, una spesa, un prestito fiscalmente deducibile (come gli interessi passivi di un fido bancario) o altro? E’ corretto che il reddito imponibile della farmacia corrisponda allo “stipendio” del titolare?
L’apporto e il prelevamento del titolare sono movimentazioni finanziarie che impattano sul patrimonio netto della ditta individuale senza alcun effetto diretto sulla fiscalità dell’impresa. Si ricorda, tuttavia, che sotto il profilo fiscale un patrimonio netto negativo per eccedenza di prelevamenti del titolare potrebbe implicare l’indeducibilità di parte degli interessi passivi a causa della mancata “inerenza” di parte dell’indebitamento aziendale, evidentemente generato per finalità estranee all’esercizio dell’impresa. In relazione all’ultimo punto, si evidenzia che le variazioni fiscali previste dal Testo Unico sulle Imposte sui Redditi comportano generalmente un reddito fiscale superiore al risultato civilistico. Di fatto, il reddito imponibile non corrisponde all’utile effettivamente disponibile. In via esclusivamente semplicistica, il risultato del bilancio potrebbe essere considerato come valore disponibile per il titolare (al lordo delle imposte), ma può differire significativamente dalle effettive risorse finanziarie disponibili in farmacia che sono influenzate anche da altre scelte di gestione (es. investimenti, variazione delle rimanenze, variazione debiti).
Studio Brunello