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ADDITIVO ALIMENTARE
Volevo delucidazioni su come comportarsi nella richiesta di acquisto da parte di un cliente di un additivo per uso alimentare. Come bisogna calcolare il costo della sostanza? Oltre al costo dell’Iva qual è la percentuale di guadagno che spetta alla farmacia?
Come riportato nella Circolare FOFI n. 6489 Prot.n. 2004/0008706/A.G. è consentita la vendita di un additivo alimentare da parte della farmacia alla clientela della stessa. Di seguito si riporta uno stralcio della stessa Circolare:
Ripartizione e confezionamento - Si ricorda che nel caso di vendita di ingredienti/additivi alimentari ripartiti e confezionati dalla farmacia su richiesta degli utenti l’etichetta dovrà contenere (art. 3 D.M. 27.2.1996 n. 209):
a) il nome dell’additivo e il relativo numero CE come previsto nell’allegato n. 2*;
b) la dicitura “ad uso alimentare” ovvero “per limitato uso alimentare”, oppure un riferimento più specifico alla destinazione dell’additivo;
c) le condizioni di conservazione e di utilizzazione, qualora necessarie;
d) le istruzioni per l’uso, qualora la mancanza possa non consentire un uso corretto dell’additivo;
e) il nome o la ragione sociale e la sede del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito nell’Unione Europea;
f) la quantità netta;
g) il termine minimo di conservazione. La mancata iscrizione di un additivo nell’elenco allegato al D.M. 209/1996 e succ. modifiche costituisce divieto d’impiego dello stesso negli alimenti (per es. acido salicilico nota prot. N. 704/41.66/62/2702 del 6.11.1976). Per quanto riguarda il prezzo al pubblico della sostanza dispensata non si applica la Tariffa Nazionale dei Medicinali che è riservata alle preparazioni galeniche magistrali. L’iva applicabile è del 22% non avendo trovato la voce nelle aliquote IVA agevolate (si confronti anche con il suo commercialista per avere conferma).
Il prezzo è libero.
Dr.i. Adalberto Fabbriconi, Piero Lussignoli