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La Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids - LILA Onlus - ha reso noti i risultati delle prime due settimane della campagna per il test rapido, lanciata lo scorso primo dicembre, in occasione della giornata mondiale per la lotta all'Aids.
L'iniziativa ha riguardato nove differenti città e ha coinvolto 717 persone, il 41% delle quali si sono sottoposte al test contro l'Hiv per la prima volta. Sei su dieci erano uomini, 3 su dieci omosessuali o bisessuali, il 3% di nazionalità straniera. Rispetto all'età, l'iniziativa ha dimostrato che il test rapido consente di facilitare la diagnosi nelle persone più giovani: negli uomini, rispetto alla diagnosi tradizionale, l'età media è passata da 39 a 31 anni. Questo dato è molto rilevante: prima si viene a conoscenza dell'infezione, maggiore risulta l'efficacia delle terapie. Inoltre, la diagnosi precoce consente alla persona di mettere in atto quanti prima le opportune pratiche per evitare il contagio al proprio partner.
La campagna proseguirà con l'attivazione di servizi permanenti in diverse città italiane. Come sottolinea LILA, "il costo di questa attività è totalmente a carico delle associazioni".
Ma come si interfaccia questa iniziativa, con i self-test disponibili dallo scorso dicembre nelle farmacie italiane? La Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids invita chi abbia intenzione di usare un test comprato in farmacia, a "venire a farlo con il nostro aiuto, presso le nostre sedi". Secondo quanto riportato dall'Ansa, LILA ha affermato che "troppe persone effettuano da sole il test HIV senza alcun tipo di supporto relazionale ed informativo". Forse, a meno di due mesi dalla commercializzazione del test, è troppo presto per trarre delle conclusioni o per smentire questa affermazione. Tuttavia, non fa piacere sentire dire che la farmacia non offrirebbe "alcun tipo di supporto relazionale ed informativo".