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Protesta di Assogenerici contro i pagamenti dilazionati alle aziende del farmaco

10 febbraio 2010

La Camera ha approvato la Finanziaria 2010 che contiene un maxi emendamento che blocca per un anno i pignoramenti dei creditori nelle regioni alle prese con i piani di rientro dai maxi disavanzi sanitari. Secondo i dati di Assobiomedica, l'associazione che raggruppa i produttori di biomedicali, i ritardi arrivano ai due anni. La Calabria paga le fatture 736 giorni dopo, il Molise e la Campania impiegano più di 600 giorni e l'intero Sud, ad eccezione della Basilicata, presenta ritardi considerevoli. Solo nel settore del biomedicale il debito ha toccato a fine ottobre i 4,7 miliardi. Il tavolo interassociativo delle imprese di servizi s'è appellato alla Commissione europea per l'apertura di una procedura d'infrazione all'Italia contro la norma-capestro della manovra.

E anche le aziende dei generici protestano. Con un comunicato stampa dello scorso 8 gennaio, l'Associazione dei produttori di farmaci equivalenti ha denunciato le conseguenze delle norme previste in Finanziaria sul congelamento dei debiti di Asl e Ospedali nei confronti delle ditte fornitrici. Assogenerici lamenta che il blocco per un anno dei pagamenti, previsto dall'art. 2, comma 89 della Finaziaria, costituirà un serio problema per le aziende del farmaco. "Questa ulteriore dilazione per legge - precisa il presidente di Assogenerici Giorgio Foresti - che impedisce anche il ricorso per via legale da parte delle aziende e stabilisce un tasso di interesse legale ribassato all'1%, si inserisce in un quadro già pessimo, in cui i ritardi normali, per così dire, arrivano a toccare anche i due anni".

Lo scorso 14 gennaio è stato presentato a Strasburgo, nella sede del Consiglio d'Europa, un nuovo progetto che si pone l'obiettivo di contrastare il fenomeno della contraffazione del farmaco. Il progetto è della Direzione europea sulla qualità dei farmaci, un Organismo che si occupa, tra l'altro, di redigere la Farmacopea europea. La novità più rilevante è la proposta di verificare anche l'autenticità dei farmaci acquistati in Internet. Tale controllo sarebbe espletato per mezzo di un sistema di messaggistica destinato al paziente o mediante verifiche espletate attraverso le farmacie tradizionali. Federfarma, e tutte le Associazioni farmaceutiche presenti, hanno dichiarato la loro netta contrarietà all'iniziativa. Infatti, sebbene l'obiettivo sia la verifica dell'auteticità dei medicinali, l'attuazione del progetto rischia di determinare una legittimazione di un canale illegale di vendita dei farmaci, come è internet, il canale di vendita del 95,6 % dei farmaci contraffatti.

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