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Diminuiscono gli ipertesi nei Paesi industrializzati, viceversa aumentano in quelli a medio e basso reddito, in particolare in Africa e nel sud dell'Asia. Queste le conclusioni a cui è giunto uno studio, condotto dagli scienziati dell'Imperial College London, pubblicato su Lancet. La ricerca, la più ampia del genere realizzata attraverso i risultati di 1479 indagini su popolazioni esaminate di età superiore a 18 anni dal 1975 al 2015, ha coinvolto poco meno di 20 milioni di persone, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e centinaia di scienziati appartenenti a vari enti di ricerca. Abbiamo tradotto uno stralcio delle conclusioni dello studio:

La pressione sanguigna è influenzata da molteplici fattori, come l'alimentazione, l'ambiente nel quale si vive e il comportamento adottato nel corso di tutta la vita, compresa l'alimentazione nel periodo fetale e nella prima infanzia.

In particolare, i fattori che hanno maggiore rilevanza sono l'adiposità, il consumo di alcool, il fumo, l'attività fisica e l'inquinamento atmosferico, con particolare riferimento al piombo.

Molto importante si è anche rilevata la quantità nella dieta di sodio e di potassio.

Nei paesi ad alto reddito, si sono registrati importanti miglioramenti dei livelli medi della pressione sanguigna. Di certo, tale miglioramento potrebbe essere attribuibile a variazioni dei fattori di rischio e ai miglioramenti nel rilevamento e nel trattamento dell'ipertensione. Tuttavia, la diminuzione sembra essere iniziata prima o in assenza di interventi specifici per i fattori di rischio.

In effetti, la diminuzione dei valori pressori nei paesi ad alto reddito è avvenuta nonostante l'aumento dei valori dell'indice di massa corporea. La natura in parte inspiegabile di questa tendenza potrebbe risiedere nei miglioramenti della nutrizione sin dall'infanzia; nonché nella disponibilità nel corso di tutto l'anno di frutta e verdura, con conseguente aumento del loro consumo.

I nostri risultati mostrano che simili tendenze al ribasso nei valori medi della pressione arteriosa interessano anche alcune regioni a medio reddito, anche se ad un ritmo più lento rispetto alle regioni ad alto reddito.

I miglioramenti non si sono invece registrati nelle popolazioni più povere, compresi quelle dell' Asia meridionale e dell'Africa sub-sahariana, nonché nelle popolazioni dell'Europa centrale e orientale colpite da gravi cambiamenti sociali ed economici. Queste popolazioni hanno un basso consumo di frutta fresca e, in molti casi, un elevato consumo di sale.

Asia meridionale e Africa sub-sahariana hanno la più alta prevalenza di malnutrizione materna, nascite pretermine e denutrizione dei bambini.

L'assenza di determinanti favorevoli per la riduzione pressoria, insieme all'aumento dell'indice di massa corporea, sono fattori che potrebbero causare l'aumento della pressione arteriosa media in queste regioni. Pertanto, se i governi e le organizzazioni multinazionali vorranno affrontare il grande ed inequivocabile aumento di malattie cardiovascolari e renali associate all'alta pressione sanguigna, hanno bisogno di adottare un approccio multiforme utilizzando strategie che riguardano l'intero corso della vita, influenzando gli stili di vita individuali di queste popolazioni.

Il testo è la traduzione da parte della nostra redazione di uno stralcio dell'articolo pubblicato online il 15 novembre 2016 da www.thelancet.com e reso disponibile dal sito dell'ISS

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