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Abbiamo appreso casualmente, su segnalazione di un nostro associato, che la piattaforma ministeriale consente la registrazione anche indicando un indirizzo di posta elettronica non certificata. Nonostante tale errore da parte dell'aspirante concorrente, il sistema di registrazione automatico trasmette, sempre all'indirizzo non PEC indicato, le credenziali di registrazione: codice utente e password. Non solo: permette addirittura l'invio della domanda di partecipazione ed invia la ricevuta della domanda stessa.

In queste settimane, da alcune regioni che hanno bandito il concorso straordinario ed i cui termini di partecipazione sono stati chiusi, stanno arrivando, a coloro che hanno erroneamente indicato un indirizzo di posta non certificata, lettere raccomandate con le quali si comunica la non ammissione al concorso in quanto il bando prevedeva l'indicazione di un indirizzo PEC.

Nel protocollo informatico per la registrazione alla piattaforma è però riportato: l'inesattezza di tale informazione (l'indirizzo PEC attivo) non consente la registrazione alla piattaforma.

Alla luce di tale situazione, e senza volere giustificare l'errore commesso dai partecipanti che non hanno indicato l'indirizzo PEC valido, si ritiene che il sistema informatico di assegnazione automatica delle credenziali avrebbe dovuto evitare di inviare il codice utente e la password ad indirizzi non certificati.

Cosa fare allora?

1) Per coloro che debbono ancora registrarsi alla piattaforma: prestare la massima attenzione al proprio indirizzo di posta elettronica certificata verificando anche che esso sia attivo.

2) Per coloro che hanno già presentato la domanda commettendo l'errore, e nelle sole regioni che non hanno ancora chiuso i bandi (Umbria: 18/04/2013 e Valle d'Aosta: 02/05/2013, ', ', ', '), mettersi in contatto con il referente regionale al numero telefonico riportato sulla piattaforma, concordando le modalità di rettifica.

3) Per chi ha ricevuto una lettera raccomandata di esclusione (ad esempio nella regione Lombardia) valutare attentamente la possibilità di ricorrere al TAR (entro 60 giorni dal ricevimento della raccomandata).

4) Dal momento che non tutte le regioni inviano la raccomandata di esclusione, ma alcune si limitano solo alla pubblicazione degli ammessi, attendere tale comunicazione e, nel caso il proprio nominativo non compaia, chiedere le ragioni al referente regionale. Qualora il motivo dipenda dalla mancata indicazione della PEC, valutare la opportunità di ricorrere al TAR (entro 60 giorni dalla pubblicazione dell'elenco degli ammessi).


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