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Dal 1° gennaio 2010 lo scontrino fiscale delle farmacie non recherà più il nome del farmaco. Così ha deciso il Garante della privacy stabilendo che riportare il nome del farmaco sullo scontrino non dà al cittadino adeguata riservatezza sulle sue patologie. Il provvedimento è datato 29 aprile 2009 (ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 7 maggio): a convincere il Garante che bisognasse trasformare il cosiddetto scontrino "parlante" in "muto" sono state le proteste di molti cittadini. Il Garante ha stabilito che, entro il 7 agosto del 2009 l'Agenzia delle entrate dovrà fornire indicazioni operative affinché lo scontrino riporti il codice alfanumerico del farmaco (AIC) anziché il nome, e, che entro il 31 dicembre di quest'anno tutte le farmacie dovranno adeguare i registratori di cassa. Solo a partire dal 1° gennaio 2010 si dovranno obbligatoriamente erogare scontrini senza la "qualità" o nome del farmaco (resteranno natura, quantità e codice fiscale) mentre per tutto il 2009 lo scontrino potrà continuare ad essere "parlante" e a contenere natura, qualità, quantità e codice fiscale del destinatario, ma con la specifica che, chi vorrà, già dopo indicazione dell'Agenzia delle entrate e adeguamento delle casse, potrà iniziare a erogare i nuovi scontrini (cioè prima del 2010). Lo scontrino "parlante" era entrato in vigore il 1° gennaio 2008 ai fini delle agevolazioni fiscali (dedurre e detrarre le spese sanitarie dalla dichiarazione dei redditi) e l'Agenzia delle entrate (con risoluzione n°156/E del 2007) aveva allora interpretato la parola "qualità" con il nome del farmaco. Il Garante però, in questi due anni, ha preso atto delle numerose segnalazioni dei cittadini e ha stabilito che in effetti il trattamento sistematico dei dati personali sulla salute degli interessati, che ne rilevi anche le patologie, non garantisce la privacy dei cittadini.