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Stile di Vita e patologie gastriche
La definizione di ulcera peptica ci racconta di “una interruzione dell’integrità della mucosa gastrica e/o duodenale con lesione infiammatoria locale e possibile escavazione”.
Lo stile di vita di ogni individuo influisce inevitabilmente sulla omeostasi fisiologica di questa condizione. Atteggiamenti malsani possono condurci verso lo sviluppo di malattie croniche e cancro. Studi sperimentali hanno dimostrato come determinate scelte quotidiane possano condizionare il nostro stato di salute. A tal proposito, elencheremo quali sono i fattori e le scelte di vita che predispongono o acutizzano il processo patologico nel paziente con ulcera peptica.
Il fumo di sigaretta Probabilmente è uno dei fattori eziopatogenetici di maggiore rilievo nello sviluppo dell’ulcera peptica, ma anche nella sua riacutizzazione. è stato dimostrato che il fumo di sigaretta rallenta i meccanismo di riparo della mucosa ed induce lesioni endoteliali risultanti dallo stress ossidativo innescato da molteplici sostanze contenute nel fumo di sigaretta.
Studi sperimentali hanno dimostrato come l’efficienza del microcircolo, la sintesi e la secrezioni di muco a livello gastrico, siano alterate dal fumo.
Quest’ultimo sembra inibire la proliferazione cellulare, interferire con il fattore di crescita epiteliale e nella sintesi di poliammine. Queste azioni, unite alla presenza di comorbilità ed età avanzata possono causare ulcera peptica.
Le basi biochimiche del danno da fumo di sigaretta si devono ricercare in:
- Riduzione dell’ EGF.
- Aumento della produzione di radicali liberi e leucotriene B4.
- Riduzione della NO sintetasi e mieloperossidasi.
- Influenza dell’espressione delle molecole di adesione gastrica.
- Cronicizzazione del processo infiammatorio.
L’azione del fumo di sigaretta è ancora un dibattito aperto, in quanto dipende molto dal dosaggio. Esso può aumentare o diminuire la secrezione gastrica, in base alla variabilità individuale, ed il numero di sigarette fumate, non è stato possibile stabilirlo con certezza. Sperimentalmente è stato dimostrato che, nel topo, il fumo di sigaretta aumenta la produzione della pompa H+-K+-ATPasi nella mucosa ossintica, il che può spiegare la predisposizione del fumatore a sviluppare ulcera peptica.
Stress, ansia, depressione e stati emotivi
Negli ultimi tempi, è stata ripresa in considerazione la correlazione, già documentata in studi precedenti, tra lo stress quotidiano e la comparsa o acutizzazione del processo ulceroso.
Uno studio danese che ha coinvolto circa 12.000 pazienti seguiti per 33 mesi ha confermato che un elevato livello di stress “percepito” era associato ad un aumentato rischio di ulcera peptica.
Nello specifico è stato osservato che nei pazienti sotto stress, il rischio di sviluppare il processo ulceroso è superiore di 2.2 volte rispetto al gruppo di controllo.
Bisogna specificare che lo studio è stato effettuato da Deding e coll su pazienti non affetti da malattie mentali. Lo stress a cui si è fatto riferimento è quello derivante dalla quotidianità individuale. E’ stato inoltre documentato lo stato socioeconomico del paziente tenendo conto di:
- Età
- Consumo di farmaci
- Fumatore o ex fumatore
- Occupazione
- Grado di istruzione
- Condizioni abitative
- Consumo di alcool
Sia lo studio Levestein S et all del 2015 che quello di Deding et all del 2016 confermano che un basso stato socioeconomico porta all’attuazione di comportamenti predisponenti all’ulcera peptica.
Il Sonno - Il ritmo circadiano è di fondamentale importanza per il nostro organismo. Esso regola quella che è la secrezione ormonale di determinate molecole e come tale permette il mantenimento di una omeostasi, fondamentale per evitare l’instaurarsi di processi patologici.
Nei lavoratori turnisti, infatti, dove il ritmo circadiano è invertito, sono stati evidenziati:
- Riduzione della secrezione di melatonina.
- Aumento del rischio di obesità.
- Alterazione del sistema immunitario.
- Alterazione della secrezione di leptina e grelina.
- Aumento dell’introito calorico.
- Aumento di sindrome metabolica.
- Aumento secrezione di cortisolo.
- Aumento dello stato infiammatorio sistemico.
- Ansia e depressione.
- Atteggiamenti malsani come alcol e fumo.
Uno studio ha confermato una correlazione tra il ritmo circadiano e l’integrità del nostro Microbiota. Questa alterazione potrebbe predisporre a patologie gastrointestinali ed ai processi ulcerosi. Alcune ricerche confermano che il ritmo circadiano sia alla base della secrezione ritmica di determinati ormoni gastrointestinali come: polipeptide inibitorio gastrico, gastrica ed il peptide-1 glucagone simile .
Shock ed eventi traumatici
Molte volte, quando ci si ritrova ad affrontare dei momenti difficili, una delle sedi maggiormente colpite è l’apparato gastrointestinale. Alla base di questo processo vi è la presenza di una fitta rete neuronale che collega il sistema nervoso centrale, ed in particolare il centro emotivo, a sedi periferiche come stomaco e colon. In generale tutto l’apparato gastrointestinale gode di numerosi collegamenti nervosi che hanno delle caratteristiche uniche nel suo genere, per la presenza di particolari neurotrasmettitori, recettori tipici ed andamenti di secrezione che restano ancora oggi oscuri.
Dopo il terremoto del 2011 in Giappone, l’osservazione a tre mesi di alcuni pazienti giapponesi ha registrato un aumento del 1.5% di ricoveri per UP e del 2.2% di complicanze ed in modo indipendente da infezioni da H. Pylori e/o FANS. Questo testimonia come la componente emotiva può avere un ruolo nella fisiopatologia della malattia.
Cambi stagionali - E’ stata osservata un certo aumento di casi di ulcera peptica soprattutto durante i mesi invernali. A causa della stimolazione del sistema nervoso simpatico, dovuta allo stress dei cambiamenti climatici soprattutto nei mesi invernali, la secrezione di noradrenalina ed adrenalina aumenta portando a vasocostrizione, con apporto insufficiente di ossigeno. Tale carenza di ossigeno si ripercuote in un peggioramento dello stato infiammatorio ed aumento dell’entità della lesione cutanea. Le secrezioni gastriche, con elevata quantità di acido prodotto vengono messe anche in relazione alla variazione nella secrezione di melatonina durante i cambiamenti stagionali. Oltre a tali fattori vi è un aumento di eventi di ricovero ospedaliero in inverno per peggioramento delle condizioni ulcerose con picchi primaverili, in relazione ad un aumento del consumo di alcol e fumo in determinati paesi.
Durante i mesi invernali, inoltre, i soggetti che presentano stati di dolore cronico come artrite reumatoide o artrosi, sono costretti ad aumentare il consumo di FANS per alleviare i sintomi. La produzione di prostaglandine a partire dall’acido arachidonico, viene interrotta dal meccanismo d’azione dei FANS. Come ben sappiamo, il principale effetto collaterale dei FANS è la gastrolesività.
Lo sport come sfogo di ansia e stress
Lo sport praticato in maniera moderata riduce la probabilità di insorgenza di ulcera peptica. Probabilmente il meccanismo maggiormente accreditato è quello riconducibile ad una ridotta secrezione gastrica in relazione ad una diminuzione dello stress unito a dei fattori dietetici adeguati. Un aumento del consumo di frutta e verdura, ed una dieta ricca di fibre risulta essere associata con minor frequenza ad ulcera peptica. Bisogna specificare che pazienti che riportano UP (Ulcera Peptica) non tollerano tutta la frutta o la verdura che mangiano, a tal proposito degli esperti sapranno consigliare il regime alimentare adeguato. Uno studio prospettico di diversi anni, condotto da un ricercatore danese ( Rosenstock et al), ha dimostrato come l’ulcera peptica sia ricollegata all’utilizzo di ansiolitici e tranquillanti, confermando l’assunto che persone più fragili caratterialmente presentano una maggiore frequenza di episodi ulcerosi a livello gastrointestinale.
Il caffè, si o no?
L’azione del caffè sulla UP è ancora del tutto non chiarito in quanto sappiamo con certezza che la caffeina stimoli il sistema nervoso autonomo, ed in particolare quello simpatico, portando ad un aumento nella secrezione di gastrica, dannosa per i fenomeni ulcerosi sia gastrici che duodenali. Inoltre vi è una correlazione anche con la GERD o malattia da reflusso a causa dell’azione rilassante ad opera dello sfintere esofageo inferiore.
Di contro, uno studio del 2013 che ha arruolato circa 8000 persone e condotto da Shimamoto et al., ha concluso che non è possibile stimare una correlazione esatta tra il caffè ed l’insorgenza di ulcera, e pare che alcuni suoi effetti benefici come l’azione antiossidante addirittura superi gli indubbi effetti negativi.
Ad oggi possiamo solo consigliare ai pazienti di agire in maniera sintomatica nei confronti del processo ulceroso, tenendo sotto controllo il proprio profilo alimentare ed evitando l’utilizzo di sostanze come bevande eccitanti e droghe.
Alcol
Molti studi sono concordi con l’affermare che l’alcool, consumato singolarmente o associato al fumo, aumenta la trascrizione di ossido nitrico sintetasi. L’ossido nitrico è una molecola importante, soprattutto a livello endoteliale ed a tal proposito il consumo di alcol aumenta la produzione di radicali liberi derivanti da questa molecola. L’aumento esponenziale dello ione perossinitrito, provocato dall’etilismo cronico, pare sia alla base dei principali meccanismi di deficit riparativi a livello della mucosa gastrica. La citotossicità dell’ossido nitrico, non si esplica solo a livello gastrointestinale, bensì anche a livello di neutrofili, macrofagi e cellule endoteliali. L’alcol provoca delle lesioni alla mucosa portando all’insorgenza o riacutizzazione di fenomeni ulcerosi.
Bisognerebbe specificare che l’alcol, a piccole dosi, risulta avere un’azione antimicrobica e dunque utile per combattere l’azione del batterio H.Pylori. Il problema fondamentale è che, nella maggior parte dei casi, le quantità consumate sono nettamente superiori per poter esplicare un’azione antimicrobica.
L’abuso di alcol provoca, in ogni caso, una maggiore comparsa di specie reattive dell’ossigeno o anche indicate con l’acronimo ROS. Questo squilibrio ossidativo, promuove la modificazione dell’omeostasi cellulare gastrica con gravi danni alla mucosa.
E’ anche stato largamente dimostrato come nel paziente che abusa di tale sostanza, vi è una diminuzione endogena di livelli di glutatione o GSH. Il glutatione è un antiossidante endogeno coinvolto in numerosi processi, ed una sua netta diminuzione è stata segnalata in pazienti con ulcere croniche.
Il consumo di estratti di bacche contenente polifenoli ha portato ad un aumento dei livelli di espressione di glutatione, tutto ciò sta ad indicare come l’alimentazione può essere un’arma considerevole contro questo tipo di processo cronico.
La lunga strada per arrivare a comprendere i meccanismi di questa condizione
Nel 1988 James Black identifica i recettori H2 per l’istamina a livello gastrico e la loro azione sulla secrezione gastrica.
Nel 1997 Skou Jens Christian riceve il Nobel per la scoperta dell’enzima Na+-K+ ATPasi, identificando il meccanismo di trasporto simile alla Pompa Protonica delle cellule parietali gastriche, con l’enzima H+-K+-ATPasi.
Nel 2005 Marshall e Warren scoproono il batterio Helicobacter Pylori, i due nel ‘82 avevano già isolato il batterio da feci di pazienti affetti da gastrite cronica attiva, ulcera gastrica e duodenale.
FONTI
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- Next-Generation Beneficial Microbes: The Case of Akkermansia muciniphilaFront Microbiol. 2017; 8: 1765.
- Miglioramento della qualità di vita e controllo delle patologie acido correlate con dieta e stile di vita, Tesi di Master presentata dalla dott.ssa Palma Rosa