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16 febbraio 2024
di Alessandro Fornaro
Rif. rivista Nuovo Collegamento 1-2024
SPORTELLI BANCARI E FARMACIE
Un confronto tra due realtà diverse tra loro, ma entrambe fortemente ancorate al territorio, ci permette di ragionare sulle tendenze legate alla digitalizzazione e di immaginare nuovi possibili scenari per le farmacie.

In un recente articolo pubblicato su “Il Sole 24 Ore” Marco Alessandrini ha acceso un faro su un fenomeno particolare: nel 2024, per la prima volta, il numero delle farmacie dovrebbe superare quello degli sportelli bancari.
Confrontando i dati Abi (Associazione bancaria italiana) e quelli Federfarma, si registra, ad oggi, una sostanziale parità tra il numero degli sportelli bancari presenti sul territorio italiano (20.442) e il numero delle farmacie (20.100).
Ma se i numeri assoluti sono importanti, per comprendere l’entità del fenomeno, è utile soffermarsi sul trend di questo cambiamento. Guardando all’ultimo decennio, si nota un calo del 36% degli sportelli bancari e un aumento dell’11% delle farmacie.
Insomma, se ci eravamo abituati a vedere una banca ad ogni angolo della città (10 anni fa erano 32.875), a breve ci risulterà più probabile incontrare l’insegna con la croce verde piuttosto che uno sportello del bancomat.

A cosa è dovuto questo trend? E quali le ricadute per i cittadini?
“Questo sorpasso nasce dall’insieme di due fenomeni distinti.
Dal lato banche, il significativo sviluppo della digitalizzazione dei servizi finanziari ha determinato la chiusura di numerose agenzie bancarie, specie di quelle aperte nei primi anni 2000.
Dal lato farmacia, invece, la manutenzione della pianta organica con l’espletamento dei concorsi e le nuove aperture legate alle “liberalizzazioni” hanno avuto il loro peso.
Per quanto riguarda le ripercussioni sulla cittadinanza, va detto che, mentre le banche hanno una funzione di supportare lo sviluppo del territorio, la farmacie svolgono un ruolo di supporto sociale e sanitario. Ad oggi, poco meno del 7% della popolazione italiana vive cosi in comuni privi di uno sportello bancario.
I Comuni sprovvisti di una banca sono circa 3.000 e questa carenza va chiaramente a discapito dei cittadini più fragili e dello sviluppo del territorio.
Al contrario, le farmacie sono aumentate, e lo hanno fatto in maniera capillare andando di fatto a presidiare non solo i Comuni, ma anche le piccole comunità nella loro forma più semplice di aggregazione. A dimostrazione di questo sono le oltre 7.200 “farmacie rurali” presenti in Comuni con meno di cinquemila abitanti. Tra queste, vanno considerate con particolare attenzione le oltre duemila farmacie presenti in Comuni con meno di 1.500 abitanti. In queste realtà, le farmacie rappresentano la prima, e spesso unica, infrastruttura sanitaria di riferimento”.

Fatte queste premesse, il punto cruciale del cambiamento in atto sembra essere la digitalizzazione che ha portato, per quanto riguarda le banche, i cittadini ad allontanarsi dalle strutture fisiche del mondo dei servizi. Nel caso della farmacia questo rischio è presente?
“La digitalizzazione in farmacia ha generato un processo inverso rispetto a quello dei servizi bancari.
I nuovi servizi di telemedicina offerti in farmacia, per esempio, possono decongestionare le strutture sanitarie e dirottare molti pazienti verso la farmacia dei servizi.
Il trend sembra quindi essere quello di un aumento di affluenza alle farmacie in risposta ai maggiori servizi offerti tramite la digitalizzazione. Nel solo periodo dal 2020 al 2022 sono più che triplicate le prestazioni di telemedicina in farmacia passando da circa 362 mila a 1,1 milioni”.

Gestire la digitalizzazione sul territorio ha tuttavia un costo che è spesso difficile sostenere. Se le banche o gli uffici postali chiudono alcuni sportelli è per dirottare le risorse dal territorio al digitale. 
La farmacia, al contrario, deve investire sul digitale e sul territorio allo stesso tempo. Dove trovare le risorse?
“Di certo, il mantenimento del sistema farmacia sul territorio deve evolversi affinché non si privino le persone di quello che per molti è il primo centro di ascolto sanitario sul territorio.
Dopo la pandemia, la politica ha rimesso al centro della propria agenda la salute, e le ingenti misure contemplate nel Pnrr potrebbero rappresentare una parte della soluzione. In parallelo la farmacia potrebbe trovare, proprio grazie alla sua presenza sul territorio, nuovi sbocchi in ambiti non tradizionali, affiancando alla sua naturale mission una serie di servizi utili alla collettività.
Per esempio, nel settore bancario, potrebbe avere un ruolo in aree decentrate attraverso l’installazione di bancomat multifunction rispondendo in tal modo al bisogno dei cittadini.
Creando un servizio finanziario di prossimità, le farmacie troverebbero margini commissionali senza aggravio sulle attività e potrebbero ampliare gli ingressi.
Dal lato loro, le banche potrebbero supportare iniziative di questo tipo perché le aiuterebbero a mantenere con i propri clienti una relazione che altrimenti, in assenza di una filiale di prossimità, potrebbe essere a rischio.
Questo è solo uno dei trend che caratterizzerà il 2024 e che se correttamente interpretato potrà rappresentare un’opportunità per molti”.

La farmacia, insomma, ha nella sua presenza capillare nel territorio un punto di forza che può giocarsi molto bene anche in ambiti non strettamente legati alla sua mission ma che potrebbero aiutare a sostenere gli investimenti necessari per quella digitalizzazione necessaria per rimanere il punto di riferimento territoriale per molti cittadini.

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