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SPAZIOMAMMA: UNO SPAZIO PER LA GENITORIALITÀ


Dottoressa Amato, lei è farmacista ad Alcamo, Trapani, presso la farmacia Giorlando e ha ideato un interessante progetto rivolto alla genitorialità. Anzitutto, ci racconti come nasce Spaziomamma.
Spaziomamma è nato per caso, accogliendo la proposta di un agente commerciale di un’azienda di prodotti per neonati di creare un ciclo di incontri tenuti da un’ostetrica a cui invitare future mamme. All’inizio l’inesperienza ha reso un po’ complesso organizzare e promuovere l’evento ma sin dal secondo ciclo di incontri abbiamo affinato modi, tempi ed argomenti fino a giungere all’attuale schema proposto che consta di sette incontri tenuti da professionisti diversi.
Nel frattempo la collaborazione con l’azienda è finita, ma Spaziomamma è rimasto e si è evoluto.
Quali sono gli argomenti trattati all’interno di Spaziomamma e come suddividete i compiti all’interno del team?
Io mi occupo degli aspetti organizzativi e sono presente a tutti gli eventi, sono il volto di continuità di Spaziomamma e la persona che tutti sanno come raggiungere.
Sull’aspetto di contenuti mi occupo di integrazione, di svezzamento e di cure rivolte a neonato e mamma. Il team si avvale anche di due psicologi e di un’ostetrica. In particolare, Carla Angileri, psicologa, tratta l’evoluzione psichica ed emotiva della mamma (e del papà) durante i mesi dell’attesa e la prima genitorialità, mentre Rosario Carrubba, anch’egli psicologo, si occupa di relazione e comunicazione all’interno della coppia e della coppia nei confronti del figlio.
È l’unico uomo del team e gli sta molto a cuore che ai nostri inviti rispondano anche i papà. Infine, Giacoma Vultaggio, ostetrica, è specializza in Preparazione e Riabilitazione pelvica per cui punta molto su come migliorare la preparazione fisica in vista del parto e su come recuperare tutte le funzioni perineali dopo il parto, oltre a parlare di allattamento e gestione del neonato.
Oltre al percorso di preparazione alla nascita organizzate altri eventi?
Sì, molti. Abbiamo creato una rete di professionisti contenti di mettere a disposizione il proprio know how al pubblico che ci segue. Solo a titolo di esempio abbiamo in calendario almeno tre volte all’anno un evento che forma ad ogni appuntamento una media di 50 persone sulla prevenzione del soffocamento e sulle manovre di disostruzione, grazie all’impegno della Salvamento Agency con l’istruttore Santo Caputo. Crediamo che eventi di questo tipo rendano Spaziomamma un valore per l’intera società in cui operiamo.
Perché Spaziomamma è diverso da altri corsi preparto?
Spaziomamma nasce e si sviluppa dal confronto continuo tra i componenti del team, che ha dato vita a quello che chiamo lo “stile Spaziomamma” in cui ogni argomento affrontato viene sviluppato almeno da due (ma spesso di più) relatori in contemporanea.
Questo approccio fornisce un modello di pensiero nuovo, in cui si intrecciano punti di vista diversi.
Ad esempio affrontiamo in parallelo i cambiamenti fisici e quelli psichici di mamma e papà in attesa, insieme a tematiche relazionali o psicosociali.
Perché un modello di questo tipo ha senso in farmacia?
Provate a pensare all’idea di salute, intesa come equilibrio di fattori fisici e psichici. La farmacia, in quanto presidio territoriale di salute, vince la sua sfida se si fa carico di entrambi questi aspetti e il farmacista esplica a pieno la sua funzione se è in grado di diventare fulcro di questo sistema in cui la persona sta al centro e se è capace di diventare l’interfaccia raggiungibile tra l’utente e i diversi attori della scena di salute sul territorio. Solo così si realizza la tanto decantata presa in carico globale del paziente e Spaziomamma lo fa da sempre.
Come questo progetto ha cambiato la sua farmacia?
A parte alcune scelte di assortimento facilmente immaginabili, il cambiamento più importante nasce dalla creazione di spazi dedicati in cui poter ospitare i diversi professionisti che collaborano con Spaziomamma. Abbiamo creato un’ampia area servizi, con uno studio in cui gli utenti possono incontrare l’ostetrica o gli psicologici o chiedere ai farmacisti una consulenza privata lontana dal banco e abbiamo implementato i servizi di telemedicina e di screening.
C’è un aspetto che cambierebbe? Qualcosa che le lascia l’amaro in bocca?
Sì, ce n’è uno in particolare.
Le iniziative promosse dalle farmacie vengono spesso etichettate come vendite in camice bianco. Da parte degli utenti a volte leggo diffidenza, che prontamente scompare quando si partecipa ai nostri eventi in cui la qualità è subito percepita.
Da parte delle aziende che gravitano intorno alla farmacia c’è molta difficoltà a finanziare eventi a meno che non intervengano medici prescrittori, il che contrasta con il millantato valore che tali aziende attribuirebbero alla figura del farmacista.
Cosa pensa si possa fare per migliorare questo aspetto?
Non è un obiettivo perseguibile dal singolo farmacista, perché è dato da una generalizzazione che come tale parte da un’osservazione di massa che poco tiene conto dell’individualità del singolo.
Sarebbe necessaria una coscienza di categoria molto più profonda di quella che mediamente percepisco.
So che nel nostro mondo ci sono molte eccellenze di preparazione e forte deontologia e so anche che le rivoluzioni partono sempre dal basso.
Cerco di fare la mia parte in questa visione della professione.
Prima di ideare questo progetto, ha seguito una formazione professionale particolare?
Ho frequentato alcuni corsi di gestione della farmacia per cercare di colmare le lacune del nostro percorso di studi e poi ho rispolverato alcune passioni accantonate.
Ho seguito corsi di perfezionamento in alimentazione e nutrizione dedicandomi particolarmente a gravidanza e pediatria.
Nel corso degli anni ho sentito l’esigenza di formarmi anche in tematiche apparentemente distanti da quelle scientifiche e biologiche, come ad esempio tecniche di comunicazione o public speaking che hanno rappresentato la vera svolta nel mio approccio alla professione nel suo aspetto più consulenziale.
Quali sono i progetti per il futuro?
Personalmente continuerò la formazione sui temi di alimentazione e nutrizione di mamma e bambino.
Vorrei concentrarmi su aspetti di educazione alimentare ad esempio negli asili nido e creare dei laboratori ad hoc. In più cercherò di sviluppare skill trasversali come quelle di comunicazione verso il pubblico e aumentare le collaborazioni con altri sanitari. In merito a Spaziomamma ho qualche idea a medio-lungo termine, ma preferisco non parlarne per un po’ di sana scaramanzia.
Per contatti:
giuamato1202@gmail.com