Logo di Utifar
09 aprile 2025
di Alessandro Fornaro
Rif. rivista N.3 | NUOVO COLLEGAMENTO 2025
PUTRESCINA , UN'AMMINA DAL NOME INQUIETANTE
Pur essendo spesso associata alla degradazione dei tessuti, questa sostanza svolge un ruolo cruciale nella fisiologia umana. La conoscenza dell’impatto della dieta sulla sua produzione e dei suoi effetti sulla salute permette a noi farmacisti di fornire consigli mirati per una alimentazione equilibrata, migliorando così la salute e il benessere dei clienti.

Il suo nome non depone certo a favore delle molte funzioni fisiologiche svolte da questa ammina biogena appartenente alla famiglia delle poliamine, composti organici essenziali per numerosi processi biologici. 
Tuttavia, come dicevano i latini, nomen omen, ovvero il nome è un destino e putrescina deriva direttamente dal suo ruolo nella decomposizione dei tessuti organici.
Inoltre, non possiamo nasconderci un fattore chiave dal punto di vista della comunicazione: dire ad una persona che questo o quel regime alimentare possono risultare dannosi per un eccesso di produzione di putrescina nell’organismo, richiamerà di certo l’attenzione del nostro interlocutore.
Comprendere il metabolismo della putrescina e il suo impatto sulla salute può tornare di grande utilità per offrire consigli alimentari mirati, in particolare per la gestione di disturbi gastrointestinali e metabolici. Vediamo allora quali sono le principali azioni di questo composto, sia dal punto di vista fisiologico, sia patologico.
Tra le sue principali funzioni benefiche, spicca la sua capacità di favorire la crescita e la proliferazione cellulare, stabilizzando il DNA e l’RNA e supportando la sintesi proteica. Inoltre, è coinvolta nella modulazione dell’attività enzimatica, regolando processi metabolici fondamentali. Un altro aspetto importante è la sua funzione protettiva contro il danno ossidativo, poiché interagisce con i radicali liberi e contribuisce al bilanciamento dello stress ossidativo. Infine, la putrescina partecipa alla regolazione della permeabilità delle membrane cellulari, migliorando la loro stabilità e rendendole più resistenti agli stress ambientali.
Tuttavia, quando i livelli di putrescina risultano eccessivi o fuori controllo, possono instaurarsi derive patologiche. Studi recenti hanno evidenziato una sua correlazione con diversi tumori, in particolare quelli gastrointestinali e prostatici, poiché è coinvolta nella crescita e nella proliferazione incontrollata delle cellule tumorali. Inoltre, e forse questo è il punto più rilevante in relazione ai consigli alimentari che possiamo fornire al banco, la putrescina è legata a processi infiammatori cronici intestinali, come la sindrome dell’intestino irritabile o il morbo di Crohn, aggravando la disbiosi intestinale e promuovendo la crescita di batteri pro-infiammatori. A livello neurologico, un eccesso di putrescina è stato associato a disturbi neurodegenerativi, come Alzheimer e Parkinson, dove potrebbe contribuire all’accumulo di proteine tossiche nei neuroni. In sostanza, la putrescina è una molecola fondamentale per molte funzioni vitali, ma il suo eccesso o squilibrio può trasformarla in un fattore di rischio per diverse patologie, rendendo la regolazione della sua presenza nell’organismo un aspetto chiave per la salute.

Chimica e biosintesi della putrescina
La putrescina (1,4-diamminobutano) è, infatti, una diammina con una struttura chimica relativamente semplice: un composto lineare con due gruppi amminici (-NH₂) situati agli estremi. Questa configurazione le conferisce una reattività significativa, permettendole di interagire con altre biomolecole. L’eccesso di putrescina derivante da alimenti che ne favoriscono la produzione può essere negativo per diversi motivi, primo tra tutti il suo squilibrio all’interno dell’organismo e le conseguenti interazioni con altri processi biologici.
Come ben sappiamo, l’organismo umano ha un sistema regolatorio molto preciso per la produzione di poliamine. A livello cellulare, la sintesi della putrescina è regolata dall’enzima ornitina decarbossilasi (ODC), il cui livello di attività viene strettamente modulato da meccanismi di feedback negativi. Gran parte della putrescina presente nel corpo deriva dalla fermentazione di proteine e amminoacidi nell’intestino, soprattutto da parte di batteri che metabolizzano l’arginina e l’ornitina. 
La putrescina può essere sia di origine esogena (alimentare), sia endogena.
Nell’organismo umano, la sintesi endogena della putrescina avviene attraverso due principali vie metaboliche:  
- Decarbossilazione dell’ornitina: è la principale via biosintetica, catalizzata dall’enzima ornitina decarbossilasi (ODC). Questo passaggio è fondamentale per la produzione di altre poliamine come spermidina e spermina, molecole organiche coinvolte in numerosi processi biologici, fondamentali per la crescita cellulare e il metabolismo. Entrambe queste poliammine sono cruciali per la fisiologia cellulare e sono studiate per il loro potenziale nell’ambito della longevità e della prevenzione di malattie legate all’invecchiamento. La putrescina è, quindi, il precursore diretto della spermidina e della spermina, la cui sintesi è regolata da una serie di feedback negativi ed enzimatici essenziali per la crescita e il mantenimento cellulare.
- Riduzione della agmatina: un’altra via minore, che coinvolge l’azione di enzimi come la agmatinasi, permettendo la conversione dell’agmatina in putrescina.  
Il problema dell’eccesso di putrescina non è quindi legato alla sostanza in sé, che ha un ruolo essenziale nella fisiologia umana, ma al suo squilibrio. 
L’organismo è in grado di produrre e regolare le poliamine in base alle proprie necessità, ma un apporto eccessivo dall’esterno può alterare questi delicati meccanismi di controllo, portando a effetti negativi sulla salute. Il modo migliore per gestire la putrescina è mantenere un’alimentazione bilanciata, evitando eccessi di alimenti fermentati, carni lavorate e zuccheri raffinati, e favorendo invece un microbiota intestinale sano attraverso fibre, antiossidanti e un corretto apporto proteico.

Il ruolo degli zuccheri e delle diete ricche di carboidrati nella produzione di putrescina  
Le abitudini alimentari possono influenzare la produzione endogena di putrescina, in particolare il consumo eccessivo di zuccheri semplici e carboidrati raffinati. Studi recenti hanno evidenziato che diete iperglucidiche favoriscono la proliferazione di batteri intestinali in grado di sintetizzare putrescina a partire dai substrati azotati presenti nell’intestino. In particolare, la fermentazione batterica degli zuccheri, specialmente fruttosio e glucosio, può stimolare la crescita di batteri putrefattivi nell’intestino crasso, aumentando la produzione di ammine biogene, tra cui la putrescina e innescando uno stato infiammatorio cronico intestinale.
A tutto ciò si aggiunge lo squilibrio del microbiota indotto da diete iperglucidiche che può ridurre la presenza di batteri benefici e aumentare la crescita di ceppi batterici che favoriscono la putrefazione e la produzione di putrescina.
Le migliori strategie per ridurre la produzione di putrescina attraverso l’alimentazione risiedono quindi nel limitare il consumo di zuccheri raffinati e bevande zuccherate, che possono favorire la crescita di batteri produttori di putrescina.
Al contrario, sono da preferire carboidrati complessi e ricchi di fibre, che modulano il microbiota intestinale in modo favorevole.  
Altri suggerimenti utili sono quelli di assumere alimenti fermentati con moderazione per evitare un eccesso di poliamine nella dieta e di bilanciare il consumo di proteine con un apporto adeguato di vegetali e fibre, che aiutano a mantenere un microbiota intestinale equilibrato.

Attenzione anche ad alcuni alimenti proteici
Quando si parla di poliamine e putrescina, spesso si tende a concentrarsi sugli zuccheri e sui processi fermentativi, ma è fondamentale considerare anche il ruolo delle proteine e delle loro fonti alimentari.
Molti alimenti di origine animale, in particolare le carni lavorate e conservate, sono ricchi di poliamine come putrescina, spermidina e spermina. 
Salumi, insaccati, carni affumicate ed essiccate, così come alcuni pesci conservati, presentano concentrazioni elevate di queste sostanze, in parte dovute ai processi di stagionatura e maturazione. Anche le carni fresche, specialmente quelle di pollo e tacchino, contengono quantità significative di poliamine, mentre i formaggi stagionati, come parmigiano, gorgonzola e pecorino, risultano particolarmente ricchi di queste molecole a causa del loro lungo periodo di affinamento.  

Il  ruolo fisiologico della putrescina
La putrescina ha un ruolo chiave in molteplici processi fisiologiciche possiamo riassumere in queste funzioni principali:  
- regolazione della crescita cellulare: assieme ad altre poliamine, stabilizza le strutture del DNA e RNA, favorendo la sintesi proteica e la proliferazione cellulare;
- modulazione dell’attività enzimatica: influenza l’attività di enzimi coinvolti nella replicazione e nella trascrizione genica;
-potezione dal danno ossidativo: interagisce con i radicali liberi e contribuisce alla regolazione dello stress ossidativo.
- ruolo nella permeabilità della membrana: regola l’integrità delle membrane cellulari, migliorando la resistenza a stress esterni. 

Evidenze scientifiche recenti  
Ricerche recenti indicano che la regolazione del metabolismo delle poliamine potrebbe rappresentare un potenziale target terapeutico. Di seguito, un approfondimento sugli studi più rilevanti:  

Studio su poliamine e cancro pubblicato su “Cancer Research” (2023): questo studio ha analizzato l’impatto della modulazione delle poliamine nella progressione tumorale. I ricercatori hanno osservato che inibire l’enzima ornitina decarbossilasi (ODC) riduce significativamente la proliferazione delle cellule tumorali nel colon e nella prostata. L’uso combinato di una dieta povera di poliamine e farmaci inibitori dell’ODC ha portato a una riduzione della massa tumorale nei modelli animali. Questo suggerisce che il controllo delle poliamine potrebbe essere una strategia complementare nei trattamenti oncologici.  

- Studio sul microbiota intestinale e putrescina pubblicato su “Gut Microbes” (2022): questa ricerca ha evidenziato che alti livelli di putrescina nel tratto gastrointestinale alterano il microbiota, aumentando la disbiosi e favorendo processi infiammatori cronici. L’analisi su pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS) ha mostrato una correlazione tra il consumo elevato di alimenti ricchi di poliamine e l’aumento di batteri pro-infiammatori. I risultati suggeriscono che ridurre il consumo di cibi ricchi di putrescina potrebbe migliorare il benessere intestinale nei soggetti predisposti a infiammazioni croniche.  

- Studio sulle poliamine e neurodegenerazione pubblicato su “Neurobiology of Aging” (2023): I ricercatori hanno investigato il ruolo delle poliamine nel declino cognitivo legato all’età.
In modelli murini, un bilancio ottimale di spermidina e putrescina è stato associato a un miglioramento della funzione mitocondriale nei neuroni e a una riduzione dell’aggregazione di proteine tossiche, come la beta-amiloide nel morbo di Alzheimer. Lo studio suggerisce che un controllo dell’apporto di poliamine attraverso la dieta potrebbe avere effetti neuroprotettivi e rallentare il declino cognitivo legato all’invecchiamento.

metarecod marzo
PAVIS
medybox
Registrati alla nostra Newsletter
Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere le ultime novità e aggiornamenti dal nostro team.

Quanto sono chiare le informazioni su questa pagina?

Valuta da 1 a 5 stelle la pagina

Grazie, il tuo parere ci aiuterà a migliorare il servizio!

Quali sono stati gli aspetti che hai preferito?1/2

Dove hai incontrato le maggiori difficoltà?1/2

Vuoi aggiungere altri dettagli?2/2

Inserire massimo 200 caratteri