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PROSPETTIVE CARENTI LA MANCANZA DI FARMACI A BASE DI SEMAGLUTIDE E DI ALTRI AGONISTI GLP-1

16 febbraio 2024
di Alessandro Fornaro
Rif. rivista Nuovo Collegamento 1-2024
PROSPETTIVE CARENTI LA MANCANZA DI FARMACI A BASE DI SEMAGLUTIDE E DI ALTRI AGONISTI GLP-1
I farmaci a base di semaglutide e di altri agonisti GLP-1 sono da tempo carenti e a volte introvabili. Nel frattempo, le evidenze rispetto ai loro benefici nel contrastare il diabete di tipo 2 e l’obesità si fanno sempre più rilevanti, accanto a nuove prospettive nel contrasto alle dipendenze da alcol e droghe. Quando le carenze riguardano farmaci di uso consolidato la situazione è grave, ma quando coinvolgono farmaci nuovi e promettenti, alla gravità si aggiunge il paradosso.

Già qualche mese fa, in una nota, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) aveva ricordato che i farmaci a base di semaglutide sono “indicati esclusivamente per il trattamento di adulti affetti da diabete mellito di tipo 2” e che “ogni altro utilizzo, inclusa la gestione del peso, rappresenta un uso off-label e attualmente mette a rischio la disponibilità” dei farmaci stessi.
A questa precisazione dell’Agenzia, ne sono seguite diverse altre, tutte incentrate sulla carenza di questo principio attivo e del suo similare liraglutide, carenze che noi farmacisti conosciamo molto bene.
Tuttavia, rispetto ad altri farmaci mancanti, introvabili a periodi alterni per ragioni poco chiare e talvolta determinate da interessi poco sani legati ai differenti prezzi dei farmaci nei diversi mercati europei e mondiali, nel caso degli agonisti del recettore GLP-1 le carenze deriverebbero dal loro utilizzo off label.
Tale utilizzo, ormai diventato un abuso e, addirittura, una moda, riguarda l’impiego a scopo dimagrante di un principio attivo inizialmente commercializzato esclusivamente per curare il diabete di tipo 2.

La rapidità con la quale assicurano la perdita di una buona parte del peso in eccesso determina, infatti, un uso improprio di questo medicinale anche da parte di soggetti non obesi, semplicemente desiderosi di perdere i chili di troppo o di trovare l’agognata forma fisica attraverso la scorciatoia farmacologica.

Il tutto è iniziato nel febbraio 2021, quando i risultati di un trial clinico sulla semaglutide hanno suscitato grande interesse, dimostrato che le persone che assumevano settimanalmente il medicinale perdevano in media il 15% del loro peso corporeo.
Questo risultato, invero straordinario per un farmaco dimagrante, ha successivamente contribuito alla rapida approvazione del Wegovy negli Stati Uniti per la terapia contro l’obesità. Presto, il farmaco arriverà anche da noi. Ma torniamo indietro di qualche mese.
La richiesta sul mercato nord americano di semaglutide successiva alla diffusione dei risultati dello studio è stata così alta da costringere la casa produttrice Novo Nordisk a sospenderne la pubblicità nelle televisioni di oltreoceano nel maggio 2023 per consentire alla produzione di guadagnare tempo per implementare le scorte e poter fare fronte alle altissime richieste del medicinale.
Tuttavia, dal maggio del 2023 ad oggi di tempo ne è trascorso e i problemi di produzione e di fornitura sembrano via via peggiorare. L’azienda produttrice, sulla scia della moda della quale abbiamo parlato, ha guadagnato un grande valore in borsa.
Forse, investirà i proventi nell’implementazione della produzione e la situazione si risolverà. O forse no, ma questi sono ragionamenti più grandi di noi che, quotidianamente dobbiamo confrontarci da lato con i clienti che cercano invano i medicinali, dall’altro con comunicazioni Aifa spesso difficili da comprendere.
Come quella del 23 novembre scorso dove si dice “Nessun nuovo paziente dovrebbe iniziare il trattamento con Victoza® (liraglutide ndr) almeno fino al secondo trimestre del 2024, quando si prevede che la distribuzione si normalizzerà; il prodotto disponibile dovrà essere utilizzato solo per continuare il trattamento dei pazienti attualmente già in terapia”.
Attenzione, qui si sta parlando di cura del diabete di tipo 2, non di un impiego contro l’obesità, e si invitano i medici a non utilizzare un farmaco di consolidata efficacia perché carente. La comunicazione Aifa prosegue dicendo che “Novo Nordisk limiterà la fornitura della dose iniziale di Ozempic® 0,25 mg (semaglutide ndr), allo scopo di ridurre l’avvio in trattamento di nuovi pazienti, per mitigare la crescente domanda delle due dosi di mantenimento (Ozempic® 0,5 mg e 1 mg). Si raccomanda di limitare l’avvio di nuovi pazienti durante il periodo di carenza e fino al miglioramento della situazione della fornitura, previsto nel primo trimestre del 2024”.

Quindi, siccome il farmaco è carente, l’azienda limita ulteriormente e volutamente la fornitura del dosaggio relativo alla fase iniziale della terapia per limitare il numero dei pazienti in cura.
è tutto lecito e perfino comprensibile. A mali estremi, estremi rimedi, verrebbe da dire.
Non sfugge, tuttavia, il paradosso: esiste un farmaco efficace e lo si limita per contenere le carenze, riducendo forzatamente il numero di persone in cura. Sarebbe come se, in una grande città dove manca l’acqua potabile, si dicesse ai cittadini di non fare figli invece che agire tempestivamente e con efficacia sulla costruzione di nuovi acquedotti.
Tant’è, la situazione è questa.
E, tra le righe, sembra di scorgere un non detto, ovvero che, come cittadini, in fondo ci meritiamo questa situazione, visto che la colpa è nostra che assaliamo le farmacie rubando un farmaco ai malati di diabete per la nostra smania di dimagrire.
Un po’ è vero, per carità. Le mode che riguardano utilizzi impropri o non corretti di medicinali vanno sempre contrastate, specie da noi farmacisti che in questo contrasto vediamo la nostra vera mission professionale.
Tuttavia, sembra sbrigativo dare la colpa solo ad una moda ed ai relativi abusi. La situazione sembra essere più complessa, tanto da fare sorgere il sospetto che, anche dietro a queste carenze, si celi qualcosa di strano.
Ma torniamo ai farmaci in questione e vediamo come agiscono e perché risultano così efficaci.
Questi medicinali rientrano in un gruppo di farmaci che agiscono come agonisti del recettore GLP-1, imitando il glucagone, ormone prodotto dal pancreas che regola i livelli di zucchero nel sangue e sopprimendo l’appetito tramite il rallentamento del rilascio del cibo da parte dello stomaco.

Sebbene il loro utilizzo per il trattamento dell’obesità rappresenti una novità, questi farmaci vengono utilizzati per la gestione del diabete di tipo 2 da diversi anni: la prima approvazione da parte della Food and Drug Administration risale al lontano 2005.

L’azione glucagone-simile peptide 1 (da qui la denominazione GLP-1), gioca un ruolo importante nella regolazione del metabolismo, inclusa la regolazione dell’appetito, della glicemia e della digestione. Questi medicinali sembrano anche in grado di ridurre il senso di sete.
Ma non solo: da recenti studi preclinici effettuati su roditori e scimmie, parrebbe che i GLP-1 agonisti siano in grado di ridurre non solo il consumo di cibo, ma anche di alcol, nicotina, cocaina e anfetamine.
In Svezia, un team di ricerca dell’Università di Göteborg lavora fin dal 2012 sugli effetti nelle dipendenze dei GLP-1 osservando effetti promettenti. Il team ha pubblicato nel 2023 due studi nei quali semaglutide a basse dosi ha dimostrato di ridurre l’assunzione di alcol nei ratti. Il meccanismo d’azione di questo effetto particolare, come spiegano i ricercatori, sembra essere legato al fatto che semaglutide si lega al nucleo accumbens, un’area del cervello associata alla ricompensa. Inoltre, il farmaco altera il metabolismo della dopamina quando l’alcol è presente.
In effetti, i meccanismi attraverso i quali la semaglutide potrebbe agire sulle dipendenze vanno ancora completamente compresi.

Tuttavia, si ritiene che, oltre che sulla regolazione dei livelli di dopamina, neurotrasmettitore coinvolto nella ricompensa e nel piacere, la semaglutide potrebbe anche agire riducendo l’infiammazione e lo stress, condizioni che possono, in qualche modo, contribuire alla dipendenza.

Ci troviamo quindi di fronte ad una situazione non solo paradossale, ma anche piuttosto bizzarra. Abbiamo a disposizione una categoria di farmaci efficaci contro due grandi patologie che stanno affliggendo il mondo (diabete di tipo 2 e obesità). Inoltre, questi farmaci sembrano molto promettenti per combattere le dipendenze, sia da alcol, sia da droghe: altre condizioni che affliggono l’umanità e portano con sè un’ampia serie di conseguenze di carattere sanitario e sociale.
Di fronte a queste prospettive, reali e promettenti che siano, il dibattito si attorciglia attorno a restrizioni sia di tipo prescrittivo, sia a livello di disponibilità dei medicinali.
Le logiche burocratiche e gli interessi, ancora una volta, tolgono visibilità agli aspetti clinici, arrivando a limitare l’utilizzo di farmaci che si stanno dimostranti importanti e promettenti.

Alcuni studi relativi agli effetti sulle dipendenze

In uno studio, pubblicato sulla rivista “Nature Medicine” nel 2022, i ricercatori hanno scoperto che la semaglutide ha ridotto la dipendenza da cocaina nei ratti. I ratti trattati con semaglutide, inoltre, hanno mostrato una maggiore resistenza agli effetti della cocaina.

In un altro studio, pubblicato sulla rivista “Translational Psychiatry” nel 2023, i ricercatori hanno scoperto che la semaglutide ha ridotto la dipendenza da oppioidi nei ratti.

In uno studio preliminare, pubblicato sulla rivista “Addiction” nel 2024, i ricercatori hanno scoperto che la semaglutide ha ridotto la dipendenza da alcol negli esseri umani, mostrando una diminuzione del consumo di alcol e una maggiore probabilità di rimanere sobri.

Le azioni principali di farmaci agonisti GLP-1

  • Riduzione dell’appetito: gli agonisti GLP-1 aumentano la produzione di colecistochinina (CCK), un ormone che induce la sensazione di sazietà.
  • Riduzione della glicemia: gli agonisti GLP-1 aumentano la produzione di insulina e riducono la produzione di glucagone, due ormoni che regolano la glicemia.
  • Rallentamento della digestione: gli agonisti GLP-1 rallentano la digestione, che aiuta a mantenere stabile la glicemia dopo i pasti.

Gli agonisti GLP-1 sono generalmente ben tollerati, ma possono causare alcuni effetti collaterali, come nausea, vomito, diarrea e costipazione.

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