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OMEOPATIA: ISTRUZIONI PER L’USO IN FARMACIA

Prima Puntata

Secondo una recente indagine condotta dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Pavia, insieme ad Omeoimprese, l’associazione di categoria che rappresenta le aziende del comparto, l’omeopatia è una grande alleata dei farmacisti: la qualità e l’assenza di effetti collaterali dei medicinali omeopatici, insieme alla loro naturalità ed efficacia, ne favoriscono nell’84,5% dei casi il consiglio in farmacia per prevenire le patologie più comuni. 

Ma cos’è nello specifico l’omeopatia? Parliamo di una tecnica terapeutica che viene proposta dal medico o dal farmacista per trattare quei sintomi che il paziente manifesta utilizzando la legge di similitudine. Questo principio, anche noto come “principio dei simili”, afferma che, quando una sostanza a dosi tossiche o subtossiche viene somministrata in un individuo sano indicendo una serie di sintomi, essa è in grado di curare quegli stessi sintomi se applicata a bassa dose (“similia similibus curentur”) in un paziente malato.
Per maggiore chiarezza, prendiamo l’esempio della puntura di un’ape su una mano: appena punti, la parte tende a gonfiarsi, il ponfo è normalmente rosato (non rosso, né viola) e in più se metto la mano sotto l’acqua fredda il dolore migliora. Ecco, tutte le volte che un paziente manifesta un dolore pungente, con edema rosato, che migliora con il freddo, io potrò proporre il medicinale omeopatico Apis mellifica 15CH che darà sollievo. 

I medicinali omeopatici
Alla base dell’omeopatia troviamo quindi il concetto di cura attraverso i medicinali omeopatici, che sono farmaci prodotti dalle aziende del settore secondo le GMP (Good Manufacturing Practice) o Norme di Buona Fabbricazione del Farmaco, utilizzando materie prime di origine vegetale, animale e minerale.
Queste sostanze vengono opportunamente diluite e “dinamizzate” secondo metodi di produzione specifici indicati nelle farmacopee ufficiali di riferimento come ad esempio la Farmacopea Europea. 
In Italia gli omeopatici sono considerati medicinali secondo quanto descritto dal Decreto Legislativo 219/2006 che ha portato al recepimento in Italia della Direttiva 2001/83/CE, recante un codice comunitario per i medicinali a uso umano. Proprio per il fatto di essere farmaci, sono vendibili solo in farmacia e nelle parafarmacie autorizzate, e possono essere portati in detrazione nella dichiarazione dei redditi.
Sul mercato sono presenti principalmente due tipologie di medicinali: 
• le specialità omeopatiche, caratterizzate da un nome di fantasia scelto dall’azienda che le produce, hanno precisi campi di applicazione e specifica posologia e sono di facile utilizzo (sciroppo omeopatico per la tosse, il collirio omeopatico per la congiuntivite ecc.). 
• i farmaci omeopatici a nome comune, detti anche unitari, caratterizzati dal nome latino (ad esempio Arnica montana, Belladonna, ecc.) e disponibili a diverse diluizioni (ad esempio 5CH, 9CH, 30CH ecc.).
Le terapie omeopatiche offrono una varietà di forme farmaceutiche: granuli e globuli, che sono le forme più comuni e tipiche, ma anche gocce, compresse, sciroppi. La scelta della forma più appropriata è importante per assicurare sia l’efficacia terapeutica che la facilità d’uso per il paziente. 
Principalmente somministrati per via orale sublinguale, i medicinali omeopatici adottano forme farmaceutiche comuni nella pratica farmaceutica tradizionale, mantenendo però caratteristiche uniche. 
È essenziale che anche i farmacisti comprendano e comunichino queste peculiarità ai pazienti per un corretto ed efficace impiego dell’omeopatia e per garantirne l’aderenza terapeutica. 
Ambiti di utilizzo
Nel nostro Paese sono circa 10 milioni gli Italiani che si curano con l’omeopatia almeno una volta l’anno. Tra gli ambiti di maggior utilizzo rientrano allergie, prevenzione e cura delle sindromi influenzali e parainfluenzali, raffreddore, stress e insonnia, problemi digestivi, dolori muscolari e disturbi gastrointestinali. 
L’omeopatia porta grande soddisfazione a noi farmacisti, oltre che ai pazienti; può essere utilizzata sia in maniera esclusiva per molte situazioni acute, ma può anche essere associata a qualsiasi altro trattamento il paziente stia assumendo, portando un contributo che può potenziare il beneficio delle terapie già in essere. 
Il farmacista potrà consigliare l’omeopatia a pazienti di tutte le età: dal bambino, anche molto piccolo, alla donna in gravidanza e che allatta, alle persone anziane che seguono spesso altre terapie farmacologiche. 
Proprio per le loro caratteristiche, infatti, gli omeopatici in genere non presentano tossicità chimica, controindicazioni, effetti collaterali, e neppure interazioni con altri farmaci.
Nella mia esperienza, questi ultimi sono vantaggi particolarmente utili, ad esempio, per i pazienti politrattati. Pensiamo a quei pazienti anziani che assumono fino a 7 farmaci e più al giorno; ecco, poter associare un medicinale omeopatico senza gravare sull’organismo consente al farmacista di offrire un consiglio sicuro al banco. 

Ma non solo! Prendiamo un paziente che assume 3 volte al giorno antinfiammatori come i FANS per il dolore. 
Proporre un medicinale omeopatico a integrazione come l’Arnica può portare, oltre ad un benefico oggettivo, anche a poter diminuire la quantità di farmaco tradizionale, riducendone così anche i possibili effetti indesiderati. 


Il ruolo del farmacista nel consiglio dell’omeopatia
Perché un farmacista dovrebbe conoscere l’omeopatia? Sono una docente di omeopatia in corsi dedicati ai farmacisti e questa è una domanda che mi viene posta spesso ai corsi di formazione o confrontandomi con colleghi non esperti. 
Da un lato credo sia doveroso che noi farmacisti, per il ruolo che ci compete, siamo preparati su tutti i farmaci, inclusi gli omeopatici. Non solo il paziente se lo aspetta, ma è la stessa FOFI a richiederlo nel codice deontologico all’articolo 6, che parla dell’allargamento della competenza anche alle medicine non convenzionali inclusa l’omeopatia.  
D’altro canto, l’omeopatia costituisce un’ottima opportunità terapeutica per il professionista della salute perché può avvalersi di farmaci efficaci e privi di effetti collaterali, quindi facilmente dispensabili per ogni fascia di età e condizione. 
Ritengo che l’omeopatia sia uno strumento molto potente per far stare bene il paziente. Se da farmacista non conosci l’omeopatia, ti togli un’opportunità di consiglio che può essere di grande beneficio. 
Inoltre, l’omeopatia è anche un modo di relazionarsi col paziente; richiede un modo diverso di pensare e di approcciarsi al paziente e presuppone la necessità di fare delle domande per poter consigliare il medicinale omeopatico più adatto. 
Il farmacista ha questa grande opportunità di relazione perché farà delle domande che servono a trovare quei sintomi che sono descritti nella materia medica (in pratica, il testo di ‘farmacologia omeopatica’). 
Domande come: “che tipo di dolore è? Migliora o peggiora con il movimento, con il clima secco o con l’umido?” portano a identificare, per esempio, nel medicinale Rhus toxicondendron 15CH la soluzione adatta per quel tipo di dolore che peggiora con umidità e migliora col movimento. 

Come iniziare a consigliare l’omeopatia
Fare dei corsi o affiancare un collega esperto permette di iniziare; il mio consiglio è quello di studiare alcuni medicinali e mettere in pratica da subito. Il riscontro positivo nei pazienti spingerà ad approfondire le proprie competenze. 
Acquisendo un metodo per identificare la tipologia del sintomo, la reattività del paziente, la casualità ecc. si identificherà facilmente il medicinale omeopatico più adeguato alla risoluzione dei sintomi identificati. 
Nella mia esperienza, l’omeopatia può rappresentare un ambito di sviluppo importante per il mercato della farmacia, favorendo inoltre la costruzione di un rapporto di fiducia e fidelizzazione con i pazienti. 
Un elemento credo imprescindibile per esercitare al meglio la nostra professione.

Sul prossimo numero di Nuovo Collegamento proseguiremo questo percorso informativo per i farmacisti che vogliono approcciarsi all’omeopatia e per quelli che desiderano approfondire il tema. 
Ma anche per quelli scettici!

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