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LA GALENICA MODERNA: TRA PERSONALIZZAZIONE DEL FARMACO E OPPORTUNITA'


Dottor Pelagatti, se dovessimo definire in poche parole i vantaggi offerti alla farmacia dal settore della galenica, da dove potremmo partire?
La galenica rappresenta un valore aggiunto fondamentale per terapeuti e pazienti, offrendo medicinali unici e personalizzati. Da questo punto di vista, la possibilità offerta dal laboratorio è quella di ampliare l’arsenale terapeutico permettendo di utilizzare principi attivi non disponibili nei farmaci industriali, come i cosiddetti farmaci “orfani”, fondamentali per trattare patologie rare o specifiche esigenze cliniche. Inoltre, consente di adattare il dosaggio del farmaco alle necessità del singolo paziente, considerando parametri clinici, patologie concomitanti e possibili interazioni farmacologiche.
Un altro aspetto cruciale è la possibilità di formulare farmaci in forme farmaceutiche non disponibili in commercio per quel principio attivo.
Questo non solo migliora l’aderenza terapeutica (basti pensare ai pazienti disfagici o pediatrici), ma assicura anche una somministrazione più efficace in caso di alterazioni della farmacocinetica, come nell’insufficienza epatica”
Qual è, a suo avviso, la sfida per i farmacisti che vogliono investire nel laboratorio galenico?
La grande sfida della galenica è conciliare la personalizzazione del medicinale con la standardizzazione dei processi, avvicinandosi ai criteri di produzione industriale senza perdere la capacità di adattare il farmaco al paziente.
Il farmacista è l’unico professionista sanitario autorizzato alla preparazione dei medicinali, ma per operare in un laboratorio galenico moderno è necessario un impegno costante in termini di formazione e investimenti.
In questo senso, risulta fondamentale considerare il laboratorio galenico come un vero e proprio ramo d’azienda, con una strategia chiara prima di acquistare strumenti e macchinari.
Il primo investimento deve essere nella formazione, indispensabile per strutturare le attività in modo funzionale ed efficiente.
Tra le preparazioni richieste dai medici ci sono anche quelle a base di cannabis terapeutica. Lei è un esperto in questo ambito. Cosa ci dice a riguardo?
Anzitutto, il termine più corretto sarebbe “cannabis medicinale”. Ormai l’associazione tra cannabis e terapia è consolidata. In Italia, infatti, la Cannabis è un medicinale galenico, prescritto secondo la Legge n. 94 del 1998. Personalmente, mi occupo della preparazione di medicinali a base di Cannabis da circa otto anni e ho contribuito allo sviluppo di una metodica di estrazione specifica, pubblicata su una rivista internazionale.
L’obiettivo era creare una metodica in grado di valorizzare il fitocomplesso della Cannabis, in particolare i terpeni, escludendo quelli ossigenati.
Questa metodologia, denominata “Metodo Cerfit” in onore del Centro di Ricerca Fitoterapica Fiorentino, è stata pensata per fornire linee guida semplici e applicabili a tutte le farmacie.
Oggi, preparo estratti oleosi per circa quattrocento pazienti al mese e ho potuto osservare l’efficacia di specifici fitocomplessi per determinate patologie. Tuttavia, si tratta di un argomento vasto, che richiederebbe un approfondimento a parte. In ogni caso, ritengo che la cannabis rappresenti una grande opportunità per il farmacista preparatore, poiché richiede una personalizzazione costante, sia nella scelta del fitocomplesso più adatto che nella definizione della posologia.
Tommaso Pelagatti è esperto in sviluppo di proprietà intellettuali, farmaci, integratori e cosmetici e direttore di un laboratorio galenico.
Ha fondato una startup e partecipa a ricerche in fitoterapia con pubblicazioni scientifiche accreditate.
Inoltre, è consulente in ambito di galenica e collaboratore di Farmalex per l’adeguamento normativo delle farmacie.