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L’ENDOMETRIOSI E LA TRIADE VINCENTE


Insorgenza e sintomatologia
L’insorgenza della patologia si verifica solitamente tra i 25-35 anni, interessando talvolta delle fasce d’età più basse. Dal punto di vista istologico, il tessuto endometriale nelle donne affette appare simile a quello sano, ma con una capacità di adesione fuori dal comune.
Questa caratteristica gli permette di impiantarsi in sedi extrauterine, innescando uno stato infiammatorio cronico che giustifica i sintomi tipici della malattia.
Le donne affette da endometriosi soffrono nel 60-80% dei casi di dismenorrea ovvero dolore durante il ciclo mestruale, il 25-40% di dispareunia che si manifesta con dolori pelvici profondi avvertiti durante i rapporti sessuali, il 30-50% di dolori pelvici cronici tra un ciclo e l’altro, l’1-2% dei casi sperimenta fastidio alla defecazione o alla minzione.
Approccio multidisciplinare e ruolo chiave del farmacista
L’approccio all’endometriosi richiede una sinergia tra diversi professionisti della salute: ginecologi, farmacisti, nutrizionisti e medici di medicina generale devono collaborare per offrire alle pazienti un percorso di cura completo e multidisciplinare. Il farmacista può avere un ruolo cruciale nell’identificare i sintomi precoci dell’endometriosi, fornendo informazioni alle pazienti su come distinguere il dolore mestruale comune da quello patologico e orientandole verso approfondimenti diagnostici specialistici.
La gestione dell’endometriosi passa attraverso una terapia personalizzata che tiene conto di diversi fattori, tra cui età, sintomi, desiderio di gravidanza e impatto della malattia sulla qualità di vita.
Le opzioni terapeutiche comprendono estrogeno-progestinici, inibitori dell’aromatasi, modulatori selettivi del recettore del progesterone, progestinici e farmaci antinfiammatori non steroidei. Il farmacista svolge un ruolo chiave nel monitoraggio dell’aderenza terapeutica, supportando la paziente nell’uso corretto dei farmaci e fornendo consigli su eventuali effetti collaterali o interazioni con altri medicinali.
La collaborazione con il ginecologo è essenziale per un adeguato follow-up della paziente e per personalizzare la terapia in base alla risposta clinica.
La dieta nel controllo dell’infiammazione
Oltre alla terapia farmacologica, la gestione dell’endometriosi si avvantaggia di un intervento mirato sullo stile di vita, dove dieta e integrazione giocano un ruolo determinante nel controllo dell’infiammazione e nella riduzione del dolore. Numerosi studi hanno dimostrato che un regime alimentare che combini cibi antinfiammatori, disintossicanti e privi di ormoni può migliorare la sintomatologia. Sostituire i carboidrati raffinati con cereali integrali aiuta a mantenere l’equilibrio ormonale e a contrastare gli stati infiammatori. L’inserimento di verdure e legumi nella dieta svolge un’azione depurativa, mentre frutta e semi oleosi ricchi di omega-3 favoriscono la riduzione della produzione di estrogeni e l’incremento delle prostaglandine antinfiammatorie. È fondamentale ridurre il consumo di carne rossa a un massimo di una volta a settimana, poiché numerosi studi hanno evidenziato una correlazione significativa tra questo alimento e l’insorgenza di determinate patologie. Un’indagine prospettica del 2010 ha rivelato che le donne che consumavano più di due porzioni di carne rossa al giorno presentavano un rischio di sviluppare endometriosi superiore del 56% rispetto a coloro che ne assumevano meno di una porzione a settimana. Attenzione va prestata anche ai prodotti a base di soia, come salsa di soia, seitan e tofu, per il loro elevato contenuto di fitoestrogeni. Uno studio del 2019 ha evidenziato che il consumo regolare di soia, soprattutto quando presente negli alimenti in percentuali superiori al 10%, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare endometriosi in età adulta.
Il supporto dell’integrazione
L’integrazione mirata rappresenta un altro alleato nella gestione dell’endometriosi, tanto che una revisione del 2022 ha posto l’attenzione sull’importanza di determinati supplementi nel modulare lo stato infiammatorio e nel migliorare la sintomatologia della patologia. Approcci basati su vitamina D, omega-3, curcumina e N-acetilcisteina si sono dimostrati efficaci nel ridurre il dolore e l’infiammazione, supportando la terapia farmacologica e contribuendo a un miglior equilibrio metabolico e immunitario delle pazienti.
La vitamina D favorisce la produzione di citochine antinfiammatorie, mentre gli omega-3 hanno dimostrato di ridurre il dolore fino al 50% nei pazienti trattati con olio di pesce. La curcumina, grazie alla sua azione antinfiammatoria, contrasta il fattore di crescita endoteliale vascolare, riducendo l’angiogenesi delle lesioni endometriali.
L’N-acetilcisteina, attraverso la modulazione dell’attività infiammatoria, contribuisce a diminuire le dimensioni degli endometriomi e la produzione di prostaglandine pro-infiammatorie.
Anche l’utilizzo di probiotici, in particolare ceppi di Lactobacillus e Bifidobacterium, ha dimostrato benefici nel riequilibrio del microbiota intestinale, spesso alterato nelle pazienti con endometriosi.
Prospettive future
Un approccio olistico all’endometriosi permette di affiancare alla terapia farmacologica strategie nutrizionali e integrative capaci di migliorare significativamente la qualità della vita delle pazienti.
Non si tratta di alternative, ma di elementi complementari che, lavorando in sinergia, consentono di ottimizzare il controllo della patologia e offrire alle donne un percorso di gestione più consapevole ed efficace.
La collaborazione tra ginecologi, nutrizionisti e farmacisti è essenziale per garantire un supporto a 360 gradi, consentendo alle pazienti di ricevere un’assistenza mirata e completa lungo tutto il percorso terapeutico.
Fonti:
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• https://www.thieme-connect.com/products/ejournals/abstract/10.1055/a-1207-0557#info