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CELIACHIA E INQUINAMENTO AMBIENTALE
L’incidenza della celiachia è stata oggetto di molte ricerche negli ultimi anni, e vari studi hanno indicato un aumento della prevalenza della malattia a livello globale.
Questo incremento può essere attribuito a vari fattori, tra cui una maggiore consapevolezza della malattia, miglioramenti nei metodi diagnostici, e, forse, anche a fattori ambientali.
Nuove evidenze indicano infatti nell’inquinamento una possibile causa dell’incremento dell’incidenza della malattia. In questo articolo, esploreremo i risultati di quattro studi che indagano attorno a questa connessione.
Tradizionalmente, si è sempre creduto che la genetica giocasse un ruolo cruciale nello sviluppo della celiachia, malattia autoimmune caratterizzata da una risposta immunitaria al glutine che danneggia l’intestino tenue.
Tuttavia, recenti studi suggeriscono che, a fianco dei fattori genetici, altre condizioni come l’inquinamento ambientale potrebbero avere un ruolo significativo nell’insorgenza di questa malattia.
Secondo i dati raccolti fino al 2023, la prevalenza della celiachia nelle popolazioni occidentali è stimata intorno all’1%, ma ci sono indicazioni che questa percentuale potrebbe essere in crescita.
L’ipotesi che l’esposizione a inquinanti come particolato fine (PM) e ozono possa influenzare l’incidenza della celiachia sta guadagnando attenzione nella comunità scientifica, con ricerche che suggeriscono una possibile connessione tra questi agenti e l’aumento del rischio di sviluppare la malattia.
Studi recenti hanno infatti dimostrato che l’esposizione a lungo termine agli inquinanti atmosferici può essere associata a un rischio leggermente aumentato di sviluppare malattie autoimmuni, tra cui, per l’appunto, la celiachia.
Ulteriori ricerche sono necessarie per delineare i meccanismi specifici attraverso cui l’inquinamento influisce sulla patogenesi del disturbo e per sviluppare strategie preventive efficaci.
Per i medici, questi risultati sottolineano l’importanza di considerare anche i fattori ambientali nella valutazione e nel trattamento dei pazienti.
Anche i farmacisti, parte integrante del sistema sanitario, è importante che siano coinvolti nella distribuzione di informazioni basate sull’evidenza scientifica e nell’assistenza ai pazienti affetti da celiachia, fornendo supporto e consulenza sui potenziali rischi ambientali e sulle migliori pratiche per minimizzare l’esposizione a inquinanti nocivi.
Vediamo quindi i dati principali emersi da alcuni tra gli studi più significativi pubblicati in merito alla correlazione tra malattia e fattori ambientali correlazione.
Studio della New York University School of Medicine
Ricercatori della New York University School of Medicine hanno identificato una possibile correlazione tra la celiachia e l’esposizione a sostanze chimiche tossiche presenti in pesticidi, utensili da cucina antiaderenti e ritardanti di fiamma. Questo studio suggerisce che tali sostanze possono alterare la risposta immunitaria intestinale, favorendo la manifestazione della celiachia in individui predisposti geneticamente. La ricerca sottolinea l’importanza di indagare ulteriormente come queste sostanze chimiche influenzano la permeabilità intestinale e la modulazione del sistema immunitario.
Ricerca sull’Effetto dell’Inquinamento Atmosferico dall’US EPA
La “United States Environmental Protection Agency”, ovvero l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti, agenzia del governo federale statunitense istituita nel 1970, con il compito di proteggere la salute umana e l’ambiente, ha condotto uno studio approfondito sull’impatto dell’esposizione a lungo termine agli inquinanti atmosferici, come particolato e ozono, sullo sviluppo di malattie autoimmuni, inclusa la celiachia. Questo studio ha messo in luce come determinati gruppi demografici, inclusi bambini, anziani e individui con preesistenti condizioni di salute, siano particolarmente vulnerabili agli effetti nocivi dell’inquinamento. Gli esiti dello studio hanno contribuito a rivedere gli standard di qualità dell’aria, evidenziando la necessità di una maggiore protezione contro gli inquinanti nocivi.
Celiac Disease Genomic, Environmental, Microbiome, and Metabolomic Study (Harvard University)
Uno studio interdisciplinare di Harvard ha esaminato come l’ambiente influenzi il microbioma intestinale e, a sua volta, come questi cambiamenti possano influenzare la predisposizione alla celiachia. I ricercatori hanno scoperto che l’esposizione a vari fattori ambientali può alterare il microbioma intestinale in modo tale da aumentare la sensibilità al glutine. Questi risultati suggeriscono che la modulazione del microbioma attraverso interventi ambientali potrebbe essere una strategia terapeutica per prevenire o gestire la celiachia.
Large-scale Genome-wide Association Studies
Le associazioni a larga scala tra il genoma e l’ambiente hanno fornito ulteriori prove che l’esposizione a lungo termine agli inquinanti atmosferici è collegata all’aumento dell’incidenza delle malattie autoimmuni, compresa la celiachia.
Sebbene i meccanismi esatti rimangano da chiarire, questi studi hanno identificato specifici pathway genetici che potrebbero interagire con gli inquinanti ambientali per promuovere lo sviluppo della malattia.
Queste ed altre recenti ricerche hanno dunque evidenziato come questa malattia complessa e multifattoriale possa, in effetti, essere influenzata da una varietà di fattori ambientali, inclusi quelli chimici come i pesticidi e i metalli pesanti.
In questo contesto, la comunità scientifica e i professionisti della salute, inclusi i farmacisti, hanno il compito di rimanere aggiornati su queste ricerche emergenti.
Con una comprensione più profonda di come l’ambiente influenzi la celiachia e altre malattie autoimmuni, sarà possibile sviluppare strategie più efficaci per la prevenzione e la gestione di queste condizioni, migliorando così la qualità della vita dei pazienti.