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17 giugno 2010
di
Rif. rivista Luglio - Agosto 2010

Come comportarsi quando l'insonnia assume l'importanza di un vero e proprio disturbo e non è solo un episodio occasionale?

Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, risvegliarsi precocemente al mattino e avere l'impressione di non aver riposato affatto, queste sono alcune delle manifestazioni dell'insonnia, che è definita come una sensazione soggettiva di sonno insufficiente. Cosa è necessario sapere sull'insonnia?Risulta necessaria una classificazione dei disturbi del sonno per avere una maggior conoscenza dell'argomento e, a fronte di una diagnosi differenziata, procedere con il giusto approccio terapeutico e farmacologico, laddove sia richiesto. Una delle principali fonti per la corretta diagnosi dell'insonnia è la classificazione internazionale dei disturbi del sonno, International Classification of Sleep Disorder, giunta alla sua seconda edizione nel 2005 (ICSD-2).Come prima cosa, occorre precisare che i disturbi del sonno sono suddivisi in otto categorie che comprendono più di settanta disturbi specifici. Pertanto, l'insonnia comunemente detta non è che uno dei diversi disturbi, forse il più frequente, ma ne esistono altri, non meno diffusi, come la sindrome delle gambe senza riposo, il sonnambulismo, il bruxismo, la sindrome delle apnee notturne, la sindrome da jet leg e altre ancora.

L'inquadramento clinico dell'insonnia

Talvolta la diagnosi di insonnia può essere precoce, altre volte invece può essere molto tardiva, poiché chi ne soffre può sottovalutare il problema e renderlo in questo modo più grave. La mancanza di riposo notturno scatena inoltre una serie di problematiche che si ripercuotono durante la giornata. Alcuni dei disturbi più comuni sono astenia, sonnolenza, difficoltà di concentrazione e memoria, alterazioni del tono dell'umore. Si può arrivare anche a manifestazioni di tipo psicotico: allucinazioni, disorientamento spazio-temporale e forme depressive. Queste conseguenze sono motivate dal fatto che solo con il sonno, il cervello, o meglio la corteccia cerebrale, è in grado di riposare, a differenza di altri organi che possono farlo anche in stato di veglia nei diversi momenti della giornata. Poiché l'uomo è un animale diurno, il suo normale ritmo sonno-veglia, che viene regolato dall'attivazione mattutina dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene e dalla secrezione notturna della melatonina da parte della ghiandola pineale, si sincronizza sulla regolare alternanza luce-buio. Con la perdita del sonno, si altera la corretta regolazione di questo meccanismo. Oltre ai disturbi psichici appena citati, i soggetti insonni possono presentare anche diversi problemi fisici: astenia, vertigini, cefalee, alterazione dei riflessi e del tono muscolare, abbassamento della soglia del dolore, aumento della temperatura corporea e del metabolismo energetico; più in generale una diminuzione globale dell'efficienza dell'individuo, con una maggiore incidenza di malattie psicosomatiche collegate allo stress (ipertensione, ulcera gastrica, colon irritabile e disturbi anginosi). Ecco quindi la necessità di classificare l'insonnia in base anche a durata, gravità ed eziologia. Risalire a una data di inizio permette di stabilire se si tratta di un'insonnia occasionale, oppure di recente insorgenza, anche definita situazionale (da meno di un mese), o ancora essere un'insonnia cronica (da più di un mese). Generalmente l'insonnia situazionale si risolve in tempi brevi con l'esaurirsi della causa che l'ha generata, tuttavia non bisogna sottovalutarla. Come è stato detto, molti non affrontano il problema fintanto che la situazione di stress sia tale da debilitarne lo stato psicofisico. La gravità dell'insonnia è correlata sia con la frequenza della sua manifestazione, ovvero il numero di notti in cui l'insonne dorme male, sia con il grado di inferenza sulla qualità della giornata e in molti casi sulla resa lavorativa. Un'ulteriore classificazione distingue l'insonnia primaria, che non è dovuta a cause esterne ma trova origine all'interno della persona stessa, dall'insonnia secondaria, che si trova ad essere associata ad altre patologie (disturbi cardiovascolari, malattie polmonari, gastrointestinali ed altre condizioni) oppure si manifesta come conseguenza farmacologica delle stesse (trattamenti antiasmatici e antipertensivi). In alcuni casi l'insonnia può essere considerata anche un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie psichiatriche come ad esempio la depressione. Uno dei primi sintomi di depressione è proprio l'insonnia. Alcuni studi hanno dimostrato come un trattamento efficace dei disturbi del sonno migliori anche la prognosi della depressione, per questo è davvero importante considerare la deprivazione del sonno come un vero e proprio problema.Quali sono i numeri dell'insonnia? In Europa la prevalenza di insonnia è calcolata tra il 4% e il 22% e la sua durata media varia dai 2 ai 6 anni. Il sintomo insonnia, che non soddisfa i criteri diagnostici è presente nel 30-40% degli adulti, diversamente dal disturbo insonnia che si verifica nel 5-10%.Un dato evidente è che l'insonnia si manifesta più frequentemente nelle donne e aumenta con il progredire dell'età.

Un disturbo soggettivo

Il bisogno personale di sonno è variabile da individuo a individuo: un individuo che dorme un numero di ore apparentemente alto ma non è soddisfatto della qualità del proprio sonno è comunque un insonne, mentre un soggetto che dorme poche ore senza lamentare disagi o disturbi non è da considerarsi a rischio. Questa è la ragione per la quale si parla di esperienza soggettiva, non esiste, infatti, un criterio diagnostico che si basi su un quantitativo minimo di ore di sonno. Motivo per cui, il trattamento dell'insonnia dovrebbe sempre essere personalizzato, sia che si tratti di insonnia primaria, sia nel caso di insonnia secondaria, poiché trattando adeguatamente il disturbo del sonno si possono riscontrare miglioramenti anche della patologia associata. Per evitare un cattivo uso di farmaci ipnotici si può ricorrere a terapie non farmacologiche indirizzando verso una migliore igiene del sonno. Qualsiasi trattamento non farmacologico richiede tempo ed energia, deve essere supportato psicologicamente e soprattutto deve essere precisato che per osservare dei miglioramenti ci vorrà qualche giorno, proprio perché il processo di cura è a carico del paziente che deve essere motivato e avere fiducia nell'esito positivo della risoluzione al problema. Il trattamento farmacologico è certamente una via più realistica i cui benefici si vedono nell'immediato, infatti ripristina rapidamente la condizione fisiologica in termini di qualità e quantità del sonno. è necessario che sia ben chiaro come i farmaci ipnotici possono interferire con altre terapie farmacologiche già in atto e mascherare, o addirittura alterare, gli effetti delle singole molecole. Per questo è necessario che chi soffre di questo disturbo, abbia ben chiaro che la terapia farmacologica dovrà essere sospesa, poiché non è bene protrarre l'uso di ipnotici per più di qualche settimana e che è necessario diminuire progressivamente il dosaggio prima della sospensione totale. Una compartecipazione del paziente al proprio processo di cura è un elemento positivo che porta più rapidamente alla guarigione, tuttavia egli deve poter essere responsabilizzato su un corretto uso del farmaco.

Le otto categorie maggiori dell'icsd-2

• insonnia

• disturbi del sonno correlati alla respirazione

• ipertensione di origine centrale

• disordini del ritmo circadiano del sonno

• parasonnie

• disturbi del sonno legati al movimento

• sintomi isolati e varianti normali

• altri disturbi del sonno

Consigli per una corretta igiene del sonno

• andare a letto solo quando si sente il bisogno di dormire

• spegnere subito la luce

• non leggere o guardare la televisione stando a letto

• evitare di addormentarsi sul divano guardando la tv

• se non ci si addormenta in 20 minuti, alzarsi e andare in un'altra stanza a rilassarsi fino a quando non si sente il bisogno di dormire

• non dormire durante la giornata

• la sera mangiare leggero, evitare fumo, eccesso di alcolici e attività fisica intensa

• prima di coricarsi cercare forme di rilassamento

• smettere di lavorare o di svolgere attività coinvolgenti almeno un'ora prima di andare a dormire

• a letto, se non si riesce a prendere sonno in breve tempo, fare esercizi di rilassamento e di contrazione dei principali gruppi muscolari in modo sincrono alla respirazione

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